set 112015
 
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[di Franco Amigoni]

“Il Patto dei sindaci è il principale movimento europeo che vede coinvolte le autorità locali e regionali che si impegnano volontariamente ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori. Attraverso il loro impegno i firmatari del Patto intendono raggiungere e superare l’obiettivo europeo di riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2020″ (fonte: Wikipedia);

In effetti il Patto dei Sindaci approvato ieri sera in Consiglio Comunale all’unanimità (fatto tutt’altro che scontato in Consiglio a Fidenza) è finalizzato a dare alle amministrazioni locali l’opportunità di impegnarsi concretamente nella lotta al cambiamento climatico attraverso interventi pratici che influiscono direttamente sulla qualità della vita dei cittadini; per le sue singolari caratteristiche – essendo l’unico movimento di questo genere a mobilitare gli attori locali e regionali ai fini del perseguimento degli obiettivi dell’Unione europea- il Patto dei sindaci è considerato dalle istituzioni europee come un eccezionale modello di governance multilivello.

Il PAES (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile) è lo strumento operativo del Patto, di pianificazione del territorio di nuova generazione, non solo per l’enfasi sulla sostenibilità: attribuisce la massima rilevanza al confronto tra esempi di eccellenza e al monitoraggio; si tratta di uno strumento flessibile, che tramite il monitoraggio periodico consente di apportare aggiustamenti in corso d’opera, considerato il fatto che tecnologie e strumenti di intervento cambiano rapidamente, e che da qui al 2020 presumibilmente l’innovazione e il confronto potranno consentire molti miglioramenti all’impianto base approvato ieri sera.

Dal 2010 ad oggi già 2562 Comuni italiani, in base al sito del Patto dei Sindaci, hanno sottoposto alla Commissione Europea il proprio Piano e 1151 hanno visto accettato il proprio strumento; la grandissima maggioranza ha proposto una riduzione nel periodo tra il 20 ed il 40% (96% circa dei Comuni), e molti si sono dimostrati prudenti e accorti, come è stato il caso di Fidenza, che si è posta l’obiettivo di una riduzione del 20,9%, circa un quinto delle emissioni di CO2 (Anidride Carbonica).

La prudenza è dettata anche dal fatto che partiamo con 5 anni di ritardo rispetto ai primi comuni italiani che hanno aderito al Patto, e che pertanto abbiamo circa la metà del tempo (5 anni invece di 10) per raggiungere il nostro obiettivo. La precedente Amministrazione poteva partire prima? Senza dubbio, ma non è questo il momento per fare polemiche sterili.

Tuttavia, vedendo le schede e le tematiche proposte, appare evidente che l’obiettivo stesso sia pienamente realistico e raggiungibile nei tempi previsti, e che anzi si possano innestare nel futuro ulteriori progetti in grado di migliorare l’obiettivo stesso; PAES quindi come importante piattaforma di sintesi delle azioni indirizzate alla sostenibilità ambientale, nel pieno rispetto dei vincoli di bilancio; una sorta di bilancio “verde”, che abbiamo tutti il dovere di conoscere e migliorare nel tempo.

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