dic 242015
 
rigoni default facebook

[di Franco Amigoni]

Mi spiace tornare a così breve scadenza su un argomento simile a quello precedente, ma Rete Civica sta continuando a fornire spunti di primissima qualità. Per modo di dire. Hanno aspettato il Natale, probabilmente, per mostrare i loro veri talenti.

La storia è questa.
Da stamattina è visibile sul loro sito fb un post che riguarda un incarico per il ruolo di facilitatore dei processi partecipativi, per 900 euro.

In sostanza Rete Civica, non sapendo più a che santo votarsi e avendo già ampiamente dimostrato negli ultimi Consigli Comunali la pochezza della propria capacità di imbastire una opposizione se non costruttiva almeno dignitosa e sensata, dopo essersela presa senza successo con l’Assessore Frangipane se la prende stavolta con Matteo Garzella, esperto facilitatore reo di avere ricevuto un incarico dal Comune per le giornate di formazione svolte a Fidenza nel corso del 2015 sui temi della progettazione partecipata.

Non sorprende che Rete Civica ignori quale sia il ruolo del facilitatore nei processi decisionali, un ruolo sempre più decisivo al giorno d’oggi per il buon fine delle iniziative e degli investimenti in presenza di una pluralità di portatori di interessi.

E’ poi tipico di chi ignora dileggiare la fonte della sua ignoranza, come loro hanno fatto sui social.

Nessuno di loro (con l’eccezione di una breve e fugace apparizione di Rigoni), che pur si riempiono la bocca con parole come “democrazia” e “partecipazione”, ha ritenuto infatti di presentarsi all’appello per imparare qualcosa dagli esperti di caratura nazionale e internazionale che si sono susseguiti nei 6 incontri intitolati “Immaginare il Futuro con i Cittadini” svoltisi nell’aula dell’ex Tribunale di Palazzo Porcellini per l’occasione ripristinata e rimessa a valore dopo essere stata a lungo dimenticata, un altro esempio virtuoso delle strategie dell’attuale Amministrazione.

Nel corso di quegli incontri gli esperti hanno condiviso con le circa 200 presenze (cittadini, amministratori e funzionari equamente rappresentati) le tecniche più avanzate ed efficaci per progettare insieme alla gente, a partire dalla gente. Un percorso di formazione alla cittadinanza attiva che ben si accoppia con gli incontri organizzati sull’antimafia sempre nelle scorse settimane.

Quel percorso ora verrà messo a frutto, dal mese di gennaio (ma i primi incontri si sono già svolti tra settembre e ottobre), con i residenti del Quartiere Europa, che letteralmente progetteranno insieme ai tecnici e al facilitatore il futuro della propria zona, perchè le soluzioni siano davvero tagliate su misura di chi poi dovrà viverle giorno per giorno.

Questo significa per noi perseguire la qualità della vita tramite l’ascolto attivo.

Credevamo che questo dovesse essere uno dei capisaldi dell’approccio non solo nostro, ma anche di qualsiasi movimento politico che si professa vicino ai bisogni della popolazione. Evidentemente ci siamo sbagliati.
Ma la cosa forse più inquietante è che, se si legge il post (ve lo “regalo” qua sotto), ci sono dei “signori” che, ben nascosti dietro le fiacche e stantie insegne di rete civica, spargono letame su onesti lavoratori che fanno il loro mestiere. Sarebbe bello sapere chi sono costoro, ma scommetto che non si paleseranno. Non hanno il fegato di metterci la faccia. A casa mia chi si comporta così viene chiamato con dei nomi precisi.

Nello stesso tempo, persone che evidentemente non hanno la minima idea di cosa stanno parlando, fanno seguire commenti pesantissimi sulla questione.

L’Oscar in questo senso va in particolare a Giuliano Vezzani, che non ho il dispiacere di conoscere, un vero signore, che si permette, senza avere “alba” della questione, di fare questa aurea riflessione: “Veri piccoli pezzi di merda!”.
Con tanto di punto esclamativo.
Dimostrando una arroganza ed un disprezzo sui quali non c’è niente da aggiungere.

Complimenti anche a Galvani, un pensatore ormai famoso nel mondo dei social. Che chiosa: “poi dicono di saper spendere i nostri soldi e che non ci sono conflitti d’interesse… ma che schifosi…”.

In tutto questo, torno alla domanda del titolo, e provo a dare una risposta.
Delle due l’una:
1. o i consiglieri di Rete Civica, Luca Pollastri e Gabriele Rigoni, sono gli autori di questo e di altri post altrettanto fini ed eleganti (e poi si sorprendono se non stendiamo tappeti rossi quando arrivano in Comune), e quindi si dovrebbero palesare e metterci la faccia;
2. oppure non sono loro a scrivere, e magari non sono neanche tanto d’accordo su questi post, e allora a questo punto viene da pensare che valgono, dentro il loro movimento, come il due di denari quando la briscola è coppe. In analoghe situazioni si parlerebbe di burattini e burattinai.

Qualunque sia la verità, non una brillante situazione per loro, ma nemmeno per una opposizione sana.

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mar 202015
 
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di Franco Amigoni

“Smart City” è un marchio che ha indubbiamente avuto negli ultimi anni un grande successo. E’ parso a molti che fosse sufficiente utilizzare quel marchio per accedere quasi magicamente alla città futura, a base di tecnologie straordinarie e di soluzioni per tutti. Naturalmente non è così, e il rischio che si è corso è stato quello di delegare nelle capienti mani delle multinazionali della tecnologia gli investimenti urbani.

Al contrario, le tecnologie devono essere soltanto uno strumento per un fine ben più grande, che può essere scisso in tre concetti: inclusione sociale, sostenibilità, sviluppo economico. Sempre di più occorre partire dai cittadini per utilizzare, anche grazie alla tecnologia, l’intelligenza collettiva di un luogo.

A Modena, per esempio, hanno creato un panel di oltre 5mila cittadini, che vengono ascoltati con regolarità su tutti i temi strategici. In molti altri luoghi è rinata negli ultimi anni, con metodologie e strumenti più moderni ed avanzati, quella progettazione partecipata che aveva visto gli albori in Italia negli anni settanta con Renzo Piano e altri. Smussati gli spigoli, con un approccio fortemente multidisciplinare, progettare in modo partecipativo è sempre più un caposaldo dell’azione amministrativa.

Ecco perchè a brevissimo partirà anche a Fidenza un programma dal gruppo consigliare PD fortemente voluto, anche in vista del POC e di altri importanti momenti di scelta per il bene comune, di formazione alla progettazione partecipata, con antropologi, sociologi, architetti, esperti di comunicazione, facilitatori.

Per alcune date che verranno molto presto comunicate amministratori, funzionari comunali, dirigenti, associazioni e cittadini impareranno (o perfezioneranno) gli strumenti per rendere il futuro un posto migliore insieme.

E’ uno dei primi passi, molti altri seguiranno. Il futuro è dietro l’angolo.

mar 092015
 
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Caro ex Sindaco Mario Cantini, leggo sulla Gazzetta la sua replica sulla questione “soldi percepiti indebitamente”.

Penso concorderà su un aspetto fondamentale della vicenda: i cittadini di Fidenza hanno già pagato per lei e la sua Giunta la maggiorazione dell’emolumento, protrattasi per alcuni anni su vostra precisa scelta.

Quindi, del suo ragionamento sulla Gazzetta non mi torna, principalmente, una cosa: da un lato dice che vi eravate già impegnati a restituire quei soldi (tre anni fa, glielo ricordo), ma poco dopo aggiunge che prima si rivolgerà a “qualsiasi sede” per “rappresentare le ragioni giuridiche che sostengono la legittimità del nostro operato”. Tradotto senza burocratese, significa avvocati e tribunali, quindi altri soldi che farete spendere ai fidentini se il Comune si dovrà impegnare in una questione legale sul tema.

In verità non mi sarei aspettato che un oratore brillante come lei si riparasse dietro alla più scontata e banale delle difese: la nuova Amministrazione vuole creare un polverone per distogliere l’attenzione da altri problemi. Se problemi vi sono, lei li conosce bene, avendoli lasciati lì irrisolti sul tavolo 9 mesi fa. E questo non toglie che avete “deliberatamente” deciso di alzarvi lo stipendio del 10% nel momento clou della crisi economica.

Guardi, non so per lei, ma riportare nelle casse del Comune soldi “indebitamente percepiti” mi pare già un’azione meritevole, senza scomodare altre scuse.

Il sindaco Massari non ha inventato nulla. Ha solo fatto applicare quanto richiesto dagli ispettori del Ministero ben 2 anni fa.
Mancano all’appello 33mila euro circa relativi agli ex amministratori. O li restituisce chi li ha presi prima, o li devono mettere i fidentini.

Quando lei diventò Sindaco, le venne applicato lo stipendio ridotto del 10%, proprio come era stato fatto per il sindaco Cerri e la sua Giunta. Siamo al 16 luglio 2009 (determinazione n.752). Avesse mantenuto questo parametro, oggi staremmo parlando d’altro.
Meno di un mese dopo, il 13 agosto, al contrario, la Giunta guidata da lei decide di eliminare quel risparmio e di tornare al massimo dello stipendio.

A prescindere dalla normativa che vi imponeva un emolumento più basso, le segnalo anche una questione di opportunità: invece che promuovere il modello low cost di Fidenza, trasformandolo in una cosa che avrebbe fatto piacere ai cittadini, avete preferito dire che pochi erano virtuosi come Fidenza, quindi palla al centro, alzare di nuovo lo stipendio.

Nel momento più delicato dell’economia mondiale degli ultimi 80 anni.

Fatto sta che nel 2012, delibera della sua Giunta n. 72 del 3 maggio, siete costretti a tagliarvi la paga ma, al momento di definire la restituzione dei soldini, tirate in mezzo l’Anci, autrice di richieste di chiarimento al governo nazionale. Tre anni dopo siamo ancora qua ad aspettare, caro Cantini.

E attaccarsi all’Anci in una materia così, è come dire che a dirigere Juve-Roma chiamiamo un arbitro da pallanuoto. Perché? Perché la deliberazione n.1 della Corte dei Conti in Sezioni Riunite in sede di controllo – il supremo organo della magistratura contabile, il vero arbitro del match, così ci capiamo – ha confermato a cavallo del 2012 che il 10% in più di stipendio che vi siete attribuiti non era legittimo. Punto.

Ribadisco, nella vita si può sbagliare, basta porre rimedio. Ecco perché, Cantini, la prescrizione a noi non interessa. Fidenza merita risposte veloci e chiare, provare ad allungare il brodo per evitare di prendersi le proprie responsabilità non è bello. Per nessuno.

Buona Domenica.

mar 032015
 
albergo fidenza

di Franco Amigoni

La gente forse non si è resa ancora conto del tutto del rischio enorme che abbiamo corso a maggio 2014. Se avesse vinto Gabriele Rigoni, e fosse diventato sindaco si sarebbe trovato per esempio nella scomodissima posizione di dire di no ad un albergo (quello ormai famoso dietro il Dea Luna) perchè non gli piaceva. Motivazione ineccepibile, direi …

Qualche giorno fa il Dottor Rigoni Gabriele, sempre pronto a perdere il suo tempo prezioso sulla fuffa, ha postato il seguente messaggio: “‪#‎Fidenza‬ riparte dabon…venerdì il consiglio comunale ha autorizzato un hotel 3 stelle posizionato nella zona artigianale dietro il Dea Luna giudizio estetico personale…ecco direi che non potrà essere candidato ad essere patrimonio dell UNESCO. In variante al vecchio prg e prima di autorizzare il nuovo psc. La fondamentale giustificazione addotta dai colleghi pd in maggioranza è che la possibilità di farlo era già prevista dal prg vecchio e resterebbe anche nel nuovo psc e che non si può frenare lo sviluppo economico… (3/4 posti di lavoro 4, forse, meno quelli che perdono gli alberghi in centro però. .). Che ne pensano gli amici albergatori e gli amanti delle belle cose? Vedete voi una strategia ben studiata, un disegno che io non vedo, sotto a queste varianti edilizie? Se non si possono fare scelte politiche strategiche di indirizzo sui piani presentati dai tecnici perché ci si fa votare per andare in consiglio comunale?”. Rigoni ha poi sentito il dovere etico sinfonico di aggiungere: “ma vorrei che in molti sapessero che cosa viene autorizzato e quale sia la capacità strategica di questi amministratori…guardatevi il consiglio…è illuminante dovrebbero trasmetterlo nelle scuole…”

Mi duole perdere il mio tempo molto meno prezioso del suo, ma mi tocca, perchè alcune precisazioni sono doverose, per facilitare Gabriele Rigoni a parlare di fatti, ogni tanto, e non solo di fuffa:

1. La previsione di comparto tecnico distributivo era già contenuta nel PRG del 1995, ed è stata riconfermata nel Piano Strutturale di Cantini.
2. già nel 2012, in vigenza del PRG 1995, poichè la previsione di comparto tecnico distributivo era generica e non specifica per il comparto alberghiero, e poichè mancavano 87 metri quadrati su 914 di superficie lorda ammissibile, la società ha richiesto come da normativa la convocazione di una Conferenza di Servizi per valutare comunque la compatibilità dell’insediamento in relazione agli aspetti igienico sanitari ed ambientali della zona. Dopo alcuni approfondimenti, il 10 dicembre 2013 la Conferenza di Servizi ha esaminato le integrazioni richieste alla società, non ha rilevato motivi ostativi alla realizzazione dell’intervento.
3 La richiesta di modifica delle norme tecniche del Piano regolatore 1995 per poter specificare “comparto ricettivo alberghiero” e per poter aggiungere 87 metri e giungere ai 914 necessari è stata depositata tra il 9 luglio 2014 ed il 7 settembre 2014. Durante questo periodo di deposito e possibile spazio per osservazioni pubbliche, nessuna osservazione è arrivata al Comune, nè da semplici cittadini nè tantomeno dal Signor Rigoni.
4. Qualora, dopo tutti questi passaggi regolari e normativamente corretti, il Consiglio avesse bocciato e rifiutato il progetto, avrebbe prestato il fianco ad ogni genere di ricorso e richiesta di rimborso, cosa che avrebbe determinato molto probabilmente una spesa non prevista sia di carattere legale che per avere impedito senza motivo ad un privato lo svolgimento della sua attività
5. i motivi ostativi non possono essere, come qualcuno sembra credere dalla lettura degli interventi, di carattere legato alla struttura economica e alla distorsione della concorrenza. Siamo in un paese libero. Se uno vuole aprire un Albergo, e sussistono tutte le condizioni urbanistiche, igienico sanitarie e ambientali, deve poterlo fare senza aggravi burocratici. Si chiama appunto libera concorrenza, e democrazia. Non si può dire, insomma, “non ti lascio aprire un albergo a fidenza perchè a mio avviso ce ne sono già troppi a salso. Non è questo il compito della pubblica amministrazione, a meno di trovarsi in Bulgaria negli anni 70. 6. il fatto che il progetto sia “bello” o “brutto”, poi, è talmente personale e soggettivo che non entro nel merito.

ott 202014
 
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di Franco Amigoni e Marco Gallicani

C’è uno spettro che si aggira per l’Europa, anzi per Fidenza. Non quello dell’economista, vivo e vegeto, anzi in splendida forma visto il successo del suo ultimo libro, ma quello della salute del centro storico. Una questione che ha molto a che vedere appunto con il lavoro del francese  Thomas Piketty che ha scritto un libro intitolato “Il Capitale nel XXI secolo”, di fatto il saggio più letto e discusso a livello internazionale del 2014.

Cosa dice Piketty? Il fil rouge del suo lavoro è la dimostrazione (basata su una mostruosa quantità di dati empirici, non su teorie) che in questi ultimi decenni nei paesi occidentali il tasso di rendimento annuo del capitale (nelle sue varie forme) è sistematicamente più elevato della crescita annua del reddito.

Scendendo nel concreto dei centri storici, gli affitti legati alle proprietà immobiliari sono tarati per garantire costantemente ai proprietari un rendimento più alto di quanto non avvenga per l’andamento dei redditi di chi gestisce quegli spazi commerciali dati in locazione: si guadagna di più ad affittare un locale che a lavorarci dentro a quel locale, il primo cittadino si arricchisce e l’altro arranca.
Ma finchè parliamo di differenziale tra due dati positivi, la preoccupazione potrebbe essere relativa (non è vero, ma facciamo finta). Il problema è che oggi i rendimenti degli spazi commerciali sono non di rado negativi. Con l’immediato effetto “collaterale” che il tasso di rendimento annuo del capitale immobiliare diventa rapidamente insopportabile. C’è gente che non si paga lo stipendio per mesi, per provare a stare a galla, poi si vede costretta a rinunciare.

Un meccanismo che genera la famosa “polarizzazione” dei redditi recentemente sottolineata anche dall’Economist, secondo il quale il 94,5% della ricchezza delle famiglie del mondo è posseduto dal 20% della popolazione adulta, ed è distribuita in modo così ineguale che con soli 3,650 $ siete già nella metà più ricca della popolazione mondiale“. Il tutto in una situazione globale di “incredibile” (vista da qui) crescita netta. “La ricchezza globale è passata da 117.000 mld di $ del 2000 a 262.000 mld di $ del 2014. Cioè 56.000 $ per ogni adulto sulla terra”

Fatti due conti, i rendimenti lordi per le proprietà, anche in realtà come Fidenza, possono viaggiare tra il 7% ed il 10%., e raggiungono livelli ancor più elevati in specifiche condizioni. E la caratteristica delle proprietà è che non sono quasi mai flessibili, nel senso che piuttosto di adeguare al ribasso le proprie richieste durante la crisi preferiscono lasciare i locali sfitti, nella speranza di trovare altri interlocutori più solidi. Purtroppo per loro gli interlocutori più solidi hanno anche precise esigenze dimensionali, qualitative, strutturali, che raramente in centro possono essere soddisfatte. Così il numero dei vani sfitti aumenta, e con loro il turn over delle attività che ci provano, bruciano risorse e tornano a chiudere.

Tra l’altro i proprietari degli immobili nei centri storici sono anche coloro che più beneficiano, solitamente, degli investimenti in riqualificazione urbana. Ovvero: il pubblico spende per la città, che ne beneficia nel suo insieme per quanto concerne la qualità della vita (aree ripavimentate, pedonalizzate, arredo urbano ecc.) ma il dividendo economico viene in parte privatizzato e trasferito alle proprietà che affacciano su quelle aree rigenerate, che lo fanno poi pesare sugli affitti. E’ quella che gli economisti chiamano una “esternalità positiva”. Positiva per uno specifico target di cittadini e negativa per altri.

Forse occorre – per esempio – coinvolgere attivamente i proprietari in progetti pubblico privati che aprano un fronte nuovo di strategie urbane. Aprire una forbice tra coloro che sono disposti a essere coinvolti nel progetto (sgravi e facilitazioni?) e coloro che non sono disposti (aggravi?). Ma non solo. Alcuni casi pionieristici in Italia ci sono e stanno iniziando a funzionare. Occorre assolutamente coinvolgere anche i proprietari nei progetti di rigenerazione e valorizzazione urbana, assieme a tutti gli altri portatori di interessi locali che già si impegnano sul tema. Bisogna provarci. Servirà certamente molto di più che lamentarsi dell’ennesima chiusura.

set 302014
 
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Stanotte il Consiglio Comunale è terminato alle 2,30 circa, grazie al contributo determinante dell’opposizione che da mezzanotte in poi si è presa minimo 20 minuti per ciascun consigliere (il regolamento dice che 20 minuti dovrebbero essere il massimo, in questo frangente) per poter leggere osservazioni e critiche al Bilancio Preventivo 2014. Bilancio Preventivo del 2014. Ad ottobre.

E si era arrivati a mezzanotte discutendo fra l’altro di come combattere chi getta i mozziconi per terra, di intitolazioni di rotonde e piazze non ancora in costruzione, di alienazioni di scuole già tolte dall’elenco dei beni in vendita, di parcheggi e taxi, sempre grazie alle decisive interrogazioni della minoranza. Il consigliere “civico” Rigoni è poi riuscito, nella stessa serata, nell’impresa non indifferente di prendersela con il Segretario Comunale pro tempore che era per la prima volta presente a Fidenza (ad una sua osservazione, Rigoni gli ha chiesto per esempio se era una barzelletta che non faceva ridere) e con uno dei revisori (che a suo dire lo avrebbe insultato dietro le quinte; ergo gli ha chiesto di chiedere scusa in pubblico). Il nervosismo derivante dalla consapevolezza di avere una squadra scarsina? Il “civico” fra l’altro ha fatto le pulci e ha bocciato un bilancio dovuto al 99% al suo “mentore” Mario Cantini (che ad aprile con i suoi assessori era riuscito a spendere su certe voci di bilancio il 170% delle somme a budget per l’intero anno), dimostrando purtroppo come ha imparato bene le logiche della politica più retriva, proprio quella politica che ci ha portati al punto di non ritorno in cui siamo.

La consigliera Amoruso ha deciso invece che per lei il limite dei 20 minuti di intervento non valeva, e ha continuato ben oltre tale limite nonostante i continui richiami del presidente del consiglio. Il modo migliore per trovare un punto di contatto con la maggioranza. L’atteggiamento di diversi consiglieri di minoranza è in sostanza il seguente: “va portato rispetto al consigliere comunale”. Sembrava a tratti di essere in una scena della Cavalleria Rusticana. Anche Forza Italia si è offesa e non ha votato i provvedimenti, lanciando comunque risolini a destra e a manca come per far intendere quanto recitano bene la loro parte. Un mondo piuttosto allucinante. Comunque, tutto approvato e si va avanti, sperando in futuro in atteggiamenti più utili e costruttivi.

Approvato cosa? Un documento di 3 tomi complessivamente alti 17 cm che può ovviamente essere chiesto in Comune, ma che a sintetizzarlo qui farebbe venire il sangue al naso a chiunque. Che si dice, in sintesi? Che siamo in una situazione di emergenza dovuta a incomprensibili ritardi (che in realtà furono scelte politiche ben precise), erede di una navigazione a vista che la precedente amministrazione aveva eletto a metodo principe.

Il bilancio preventivo del 2015, quello invece lo conosceranno bene tutti quelli che lo vorranno costruire, insieme a noi, in un percorso partecipativo che finalmente darà la misura di quello che vogliamo fare a Fidenza, per Fidenza.