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nov 232009
 

Premesso che:

- Il dolore è definito come “spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata a un danno tessutale reale o potenziale, descritta in termini di tale danno (International Association for the Study of Pain)”: non è quindi una semplice percezione ma una complessa esperienza sensoriale;
- Nel 1992 presso l’ospedale St-Luc di Montreal fu avviato un progetto innovativo finalizzato a modificare le attitudini e il comportamento dei professionisti sanitari e nello stesso tempo dei malati ricoverati. Questo progetto, denominato “Verso un ospedale senza dolore”, ha ricevuto il sostegno ufficiale dell’OMS che ha promosso una campagna internazionale per una cultura più attenta alla sofferenza, cui l’Italia ha aderito;
- Dalla prima indagine multicentrica italiana sul problema dolore, avviata nel 2000 a Vicenza e che ha coinvolto un gruppo di 20 ospedali, è emerso: nonostante 9 ricoverati su 10 accusino dolore e quasi la metà lo avvertano ai limiti della sopportabilità, meno di 1/3 riceve cure contro il sintomo e l’80% dei pz. che denunciano dolore intenso, nonché il 60% che denunciano dolore moderato, non ricevono un trattamento efficace; da cui si desume che in Italia il dolore è sottovalutato e trascurato, considerato ineluttabile, quasi fosse parte integrante delle cure;
- L’OMS ha proposto  che il consumo di farmaci oppiacei sia assunto come indice di valutazione dell’efficacia dei programmi di controllo del dolore (in particolare da cancro); l’Italia occupa uno degli ultimi posti in Europa rispetto a tale parametro, come riconosciuto dal documento “La terapia per il dolore: orientamenti bioetici” del disciolto Comitato Nazionale per la Bioetica;

Considerato che:

- L’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni riconosce il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, l’equità nell’accesso all’assistenza, e assicura la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze;
- Le cure palliative e la terapia del dolore costituiscono obiettivi prioritari del P.S.N. ai sensi dell’art.1, commi 34 e 34-bis, della legge n.662 del 23-12-1996;
- La normativa sugli oppiacei, ai sensi della legge n.12 dell’8-2-2001, favorisce la disponibilità di farmaci efficaci per lenire il dolore dei malati oncologici;
- L’accordo 19 aprile 2001 in Conferenza Unificata (ai sensi art.8 D.LGS. 28-8-1997 n281) tra il Ministro della Sanità’, le regioni, le province, i comuni e le comunità’ montane, ha prodotto un documento con le linee guida per l’organizzazione della rete dei servizi delle cure palliative che recita: “per assicurare l’attività’ di consulenza specialistica e di eventuale presa in carico della tipologia più’ complessa di pazienti sia in regime degenziale e/o residenziale che domiciliare, e’ da prevedersi, per ambiti territoriali definiti dalla regione, una funzione specialistica permanente pluri-professionale e pluri-specialistica affidata alla responsabilità’ di un dirigente medico, in possesso di idonea formazione ed esperienza in cure palliative”;
- Sono cogenti le linee guida per un progetto regionale di “un ospedale senza dolore” contenute nell’accordo Stato-Regioni ai sensi del provvedimento 24 maggio 2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.149 del 29-06-2001; il progetto non riguarda soltanto l’ambito ospedaliero ma si estende alla rete dei servizi sanitari e socio-sanitari per l’applicazione di specifiche terapie del dolore: in ospedale, nell’assistenza a domicilio, in hospice e nelle altre strutture residenziali.
- È tutelato e garantito l’accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore da parte del malato, come definito dall’articolo 2, comma 1, lettera c), nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002;

Considerato inoltre che:

- Il già citato accordo del 24-5-2001 raccomanda l’istituzione, nell’ambito delle Aziende sanitarie e Ospedaliere, del Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD) che costituisce il punto di riferimento aziendale per la lotta al dolore. Il COSD, costituito da medici curanti, prevede la partecipazione del personale infermieristico per almeno un terzo dei membri, oltre al farmacista e ad organizzazioni non profit, in particolare le organizzazioni del volontariato, operanti nel settore.
- Tutte le Aziende Sanitarie dell´Emilia-Romagna hanno costituito ad oggi il Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD);

Constatato che:

- Nel Distretto di Fidenza (AUSL PR-102) è presente una attività di consulenza e terapia antalgica indirizzata solo ai degenti del P.O. di Vaio e un’attività di consulenza domiciliare dal 3-3-2009 indirizzata solo ai pazienti con dolore cronico in ADI (assistenza domiciliare integrata) di II°-III° livello;
- Tale attività non si esplica per carenza di organico nei confronti dei pazienti trattati in regime di DH (anche oncologico), dei pazienti in Hospice e dei pazienti sul territorio non inseriti in ADI e di quelli in ADI di I° livello;
- Per ovviare a tale situazione i pazienti sono costretti ad accedere alle prestazioni del PS e a ricoveri altrimenti evitabili, a rivolgersi alle strutture private e agli ambulatori delle Aziende Ospedaliere di PR e PC con tempi d’attesa molto lunghi, vedendo aggravarsi la loro condizione, essendo ampiamente dimostrata la possibilità di cronicizzazione del dolore (permanenza del dolore una volta risolta la causa scatenante).

Tutto ciò premesso:

Il Consiglio Comunale di Fidenza, riconoscendone la improrogabile necessità,  richiede l’istituzione di un centro strutturato di consulenza e terapia antalgica allocato presso il P.O. di Vaio, la cui attività sia indirizzata all’ospedale e al territorio. Delega il Sindaco in qualità di presidente del Comitato di Distretto di Fidenza a presentare tale richiesta all’Assessore alla Sanità della Regione E-R, al Presidente della Conferenza Socio-Sanitaria Territoriale, al Direttore dell’AUSL PR-102 di Parma.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico con l’adesione degli altri Gruppi Consiliari

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nov 232009
 

Il sottoscritto Luigi Toscani consigliere del gruppo PD,

premesso

- che le vie del quartiere San Lazzaro in oggetto sono senza uscita,  di calibro ridotto, senza marciapiedi;
- che i veicoli che vi si immettono da Viale Martiri della Libertà sono costretti a uscire in retromarcia;
- che tali manovre sono rischiose a causa dell’alto traffico veicolare di Viale Martiri della Libertà;
- che tali manovre sono rischiose oltre che per gli automobilisti anche per i pedoni e ciclisti, in particolar modo nelle giornate di nebbia o maltempo con visibilità ridotta;
- che specialmente gli automezzi adibiti a Pubblico Servizio (Ambulanze, VVFF, Nettezza Urbana), essendo di grosse dimensioni,  trovano difficoltà ad uscire in retromarcia;

chiede

all’Amministrazione di provvedere a risolvere tale situazione di pericolo.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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nov 232009
 

I sottoscritti consiglieri del Gruppo Consiliare PD

premesso che

- in data 12-11-2009 è stata emanata un’ordinanza sindacale firmata dal vicesindaco Stefano Tanzi contro i comportamenti incivili e il disturbo della quiete pubblica in zona San Michele (area verde omonima nonché le vie  Berenini,  Malpeli, Carducci) nella quale sono contemplati una serie di divieti per i cittadini e gli esercizi commerciali e artigianali;
- tali comportamenti non hanno mai compromesso la sicurezza di terzi;
- tra i comportamenti sanzionati la maggior parte è già contemplata dal Nuovo Regolamento di Polizia Urbana approvato con delibera C.C. n.17 del 02-03-2004 che mira a “salvaguardare la convivenza civile, la sicurezza dei cittadini, la più ampia fruibilità dei beni comuni e a tutelare la qualità della vita e dell’ambiente”; all’art. 3 (spazi e aree pubbliche) comma 1 recita “deve essere consentita la libera fruibilità degli spazi pubblici da parte di tutta la collettività” e al comma 2 “sono vietati gli atti o le attività o i comportamenti che si pongono in contrasto con l’indicata finalità”;
- alcuni divieti come di sedere sui cordoli delle aiuole e fumare nell’area verde sono illiberali poiché vigenti solo in quel luogo e non in altri della città, e odiosi perché in maniera strumentale colpiscono gli abituali frequentatori extracomunitari al fine di allontanarli;
- il divieto agli esercizi pubblici di “vendere e somministrare dalle 20 alle 7 bevande alcoliche di qualsiasi gradazione” e la disposizione riguardante la chiusura alle ore 20 dell’attività di vendita o servizio alla clientela per gli esercizi pubblici autorizzati ex lege reg. 14/2003, per gli esercizi di vicinato nonché  laboratori artigianali “penalizzano zone commerciali di Fidenza per il solo fatto di trovarsi nei pressi di un giardino frequentato da persone incivili” come stigmatizzato da Confesercenti;

constatato che

- l’insolita ordinanza che ha descritto un quartiere di Fidenza come una suburra ha avuto grande eco mediatica sui telegiornali e quotidiani nazionali;
- si moltiplicano iniziative e dichiarazioni di netto sapore razzista. L’istituzione dei “volontari per la sicurezza” (ronde), Gentilini già sindaco di Treviso che tra il serio e il faceto invita a sparare agli immigrati come ai leprotti, l’on. Borghezio che vuole disinfettare i treni frequentati dalle prostitute nigeriane e appicca il fuoco ai giacigli dei clochard, Salvini capogruppo in C.C. a Milano che accomuna la questione rom alla derattizzazione e invita i Napoletani a lavarsi,  Coccaglio (BS) che con l’operazione White Christmas vuole  “bonificare” il paese dai clandestini, Padova che erige un muro in via Anelli per separare il quartiere degli immigrati dagli Italiani, il comune di Trieste che nel 2006 fa togliere le panchine usate per dormire dagli homeless e per lo stesso motivo le abolisce dall’arredo urbano, l’Ambrogino d’oro consegnato or ora dalla giunta di MI ai vigili impegnati nelle operazioni anti-clandestini sui mezzi di trasporto pubblico;
- l’ordinanza dietro il paravento del pragmatismo, “noi siamo per il che fare? facendo”, in questo frangente trasuda  ideologia;

interpellano il Sindaco

affinché chiarisca:
- perché l’ordinanza sindacale è stata firmata dal vicesindaco Stefano Tanzi;
- perché un’ordinanza “ad personas”, vale a dire gli extracomunitari, anziché semplicemente far rispettare il Regolamento di Polizia Urbana con le forze di polizia. Sono forse ritenuti diversi da noi? Se così fosse  concorderemmo con la recente dichiarazione dell’on. G. Fini al riguardo. La polizia locale è dunque ritenuta incapace di far rispettare il Regolamento di Polizia Urbana sopra menzionato e quindi è da considerarsi sfiduciata?
- l’ordinanza non contraddice le linee programmatiche del sindaco sull’immigrazione  che auspicano “processi di integrazione onde consentire ai cittadini una piena cittadinanza”?
- impedire di fumare o sedere sui cordoli nell’area verde non limita la libera fruibilità del luogo pubblico?
- la giunta ritiene di aver eseguito una buona operazione di marketing territoriale?
- non le sembra che l’amministrazione, in pochi mesi di operato, abbia fatto camminare la comunità fidentina all’indietro, rimuovendo diritti e libertà che parevano sicure e consolidate?
- non ritiene giusto e doveroso revocare l’ordinanza in oggetto?

Con preghiera di risposta scritta.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico
segreteria@pdfidenza.it

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ott 262009
 
camposanto1

A Fidenza, dopo aver voltato pagina, “cimitero: un disastro”.
Nel luglio scorso il danneggiamento di alcune lapidi ad opera di ignoti vandali, ora un’altra grana per la giunta di centro-destra: un dipendente con funzioni di custode della nuova ditta cui il comune ha appaltato i servizi di gestione cimiteriale ha chiuso anzitempo il portone imprigionando i visitatori all’interno del camposanto e in preda ai fumi dell’alcool ha improvvisato una gara lungo i viali danneggiando numerose lapidi e schiantandosi alla fine contro la chiesa.
Il centro-destra a Fidenza ha meschinamente strumentalizzato durante la passata campagna elettorale la vicenda cimitero addossando agli amministratori le responsabilità della ditta Euroservizi Srl, sino a indire platealmente la prima riunione di giunta al camposanto “per verificare lo stato della struttura e della gestione”. Ciononostante non ha saputo evitare questi tristi episodi  che oltraggiano i nostri defunti e rendono insicuro il luogo di culto.
Nel silenzio più totale dell’Amministrazione, pur dotata di un Assessore alla comunicazione, si è conclusa ad agosto l’indagine giudiziaria di Massa senza che nessun appartenente alla vecchia giunta o agli uffici comunali preposti sia stato citato in giudizio.
Per coerenza attendiamo ora le dimissioni dell’assessore Comerci e che vengano pubblicamente formalizzate le scuse ai vecchi amministratori.

Partito Democratico di Fidenza
segreteria@pdfidenza.it

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ott 212009
 

PREMESSA GENERALE

La difficoltà che, più di tutto, ha reso faticosa l’analisi e, quindi, un atteggiamento propositivo verso questa linee di mandato, è l’incertezza nell’individuare una analisi consequenziale ed organizzata delle tematiche, che si sviluppi in modo logico, con premesse di principio chiaramente individuabili e poi alcune linee di programmazione precise. A titolo esemplificativo, sulla scuola sarebbe bastata una suddivisione classica, forse un po’ banale, ma ordinata: servizi 0-3 anni →  scuola dell’infanzia (o materna) →  primaria (o elementare) → secondaria di 1° grado (o media) → secondaria di 2° grado (o superiore).

Perché questa precisazione?

Perché l’articolo 21, comma 9, dello Statuto Comunale, dice che <<ogni successivo atto adottato [successivo al programma di mandato…quindi siete ancora in tempo] deve essere conforme al programma di mandato, che dovrà essere preliminarmente modificato nel caso si intendano attuare programmi di azioni non previste >>. Sarà difficile, secondo noi, rimanere aderenti ad un programma che non presenta finalità ed obiettivi chiari. Così come è stato difficile analizzarle queste linee di mandato.
È, poi, scarsa la presenza di una verifica sociale. Quello che dovrebbe essere il cavallo di battaglia di questa amministrazione, si riduce ad una costante contraddizione tra il tentativo di mantenere fermo il substrato storico e sociale di Fidenza e, contemporaneamente, vantare la rapidità dei cambiamenti e il dinamismo sociale.
Se questa è la linea politica a cui tende questa amministrazione, allora, proprio questo programma dovrebbe trasudare il bisogno di approfondimento, di osservazione dell’esistente nella società territoriale. E a proposito di questo mi permetto di citare quanto detto dal nostro Vescovo, la sera del 7 ottobre [alla ricorrenza degli Statuta], come suggerimento al Sindaco per indirizzare la propria attività e cioè di evitare <<vuote laudi del passato>>, per mantenere, invece, un atteggiamento pragmatico ed europeista. Non mi permetto di interpretare le parole del Vescovo, però mi piace pensare che questo sia l’invito ad un atteggiamento di estrema apertura.
Con questo non si vuole dire che manchino proposte positive e condivisibili, ma tutto viene presentato per slogan e, per questo, anche il nostro esame faticherà ad essere analitico e, spesso, dovrà limitarsi ad essere generale e di indirizzo.

Servizi educativi e sistema scolastico
(pag. 17-18)

L’affermazione iniziale (pag. 17) è molto bella!

Purtroppo, non è chiarissimo il passaggio successivo, dove si parla di <<favorire la pluralità scolastica e garantire pari dignità tra scuola statale e scuola paritaria>>.
Siamo d’accordo che si debba andare verso una maggiore equità, anche al fine di alleggerire il carico pubblico. Considerando, però, quello che si afferma nello stesso capoverso, riguardo ai corsi di scolarizzazione in lingua italiana per gli extracomunitari, non è più chiaro se si fa riferimento ancora alle scuole paritarie. Il dubbio nasce dal fatto che extracomunitari e categorie di famiglie più deboli, anche italiane, non mandano i figli alla scuola paritaria non perché meno “uguale”, ma perché non hanno i soldi per pagare le rette.
Restando un attimo sul tema dei corsi di lingua per gli studenti extracomunitari (pag. 18), il tema ci trova d’accordo, con una precisazione. Per gli studenti delle scuole superiori esiste già una rete provinciale [di cui fanno parte i referenti interni alle scuole,coordinata dalla responsabile del ctp di Parma e da un professore dell'università], incaricata di somministrare test d’ingresso agli alunni stranieri di tutte le scuole superiori per stabilire il loro livello iniziale.
I fondi necessari  per avviare i corsi (in realtà non di prima alfabetizzazione, ma di livello B1 e B2) provengono dalla Provincia, dalla Regione e sono integrati dai Comuni per il potenziamento dell’offerta. Così come esistono corsi per gli adulti [480 persone nel 2008].
Considerato che il tema dell’ “intercultura” (come è stato preferito chiamarlo nell’amministrazione passata), non è solo una questione di apprendimento dell’italiano.
Lo si può collegare, sempre in materia scolastica, a quello dell’educazione civica. Perché, parlare sempre della necessità di insegnarla agli extracomunitari e non approfondire, invece, l’altro lato della medaglia?  Si potrebbe pensare di insegnare anche ai “nostri” ragazzi che cosa significhi essere italiani e, di conseguenza, anche che cosa sia la “fidentinità”.
I principi fondamentali della democrazia contenuti in tutte le grandi Carte Costituzionali hanno demolito l’ideologia del privilegio e della disuguaglianza.
Allora, se un modello del cittadino italiano e “fidentino” (ma anche “salsese”, “parmigiano” ….) vuole essere “tramandato” e insegnato, dovrebbe essere quello della civile convivenza, del rispetto delle diversità, dell’ascolto dell’altro, chiunque esso sia. È questa, per noi, l’intercultura. Anche in prospettiva del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, per tutti, stranieri e non, l’educazione civica potrebbe prendere l’avvio dal testo della  Costituzione Italiana.

Servizi 0-3 anni e 3-6 anni

(pag. 17) In merito alle “modalità di accesso ai servizi” sarebbe necessario chiedere alcuni chiarimenti sul passaggio che riguarda il “legame storico” tra famiglia richiedente e Fidenza. A cosa ci si riferisce esattamente? Agli extracomunitari o in generale alla differenza tra residenza e domicilio?
Per quanto riguarda l’azzeramento delle liste d’attesa. (ci si riferisce ai nidi, giusto? Visto che relativamente alle scuole dell’infanzia questo è il primo anno in cui è presente una piccola lista d’attesa).
Forse è bene precisare, senza essere troppo pedante, che le liste d’attesa è bene che non vengano azzerate all’apertura della scuola, ma alla fine del periodo di inserimento (a marzo). Infatti, il rischio sarebbe quello di avere personale in esubero, perché calcolato su richieste iniziali, ma che raramente vengono confermate. Al fine di mantenere l’equilibrio sociale ed economico, dovrebbero invece prevedersi azioni integrative, nell’attesa che nei nidi si liberino di volta in volta i posti.
E, a tale proposito, si chiede un chiarimento importante.
Dalle linee di mandato così come formulate, non risulta chiarissimo quando si parla (pag. 17) di << trasformazione del servizio di asilo nido passando dalla funzione di erogatore del servizio a quella di accreditatore e controllore di un servizio che dovrà essere fornito, nell’ambito degli standard previsti, da soggetti terzi>>.
Non si sta parlando di privatizzare gli asili nido, vero??? A questo siamo più che contrari!!!
Un altro chiarimento è necessario sull’espressione che dice <<riorganizzare le dirigenze della istruzione primaria>>.
Non è compito del Comune “riorganizzare le dirigenze” [questo compete all’autonomia scolastica e i dirigenti sono nominati dall’Ufficio Scolastico Provinciale], forse ci si riferisce alla Rete scolastica(?), che comunque è competenza della Regione sentita la Conferenza di Coordinamento Provinciale…
Siamo d’accordo riguardo al monitoraggio dei tempi di percorrenza. Era un tema affrontato anche da noi in campagna elettorale. Ma qui non è poi detto come si intende risolverlo.

Scuola primaria

Dal richiamo all’ <<analisi del fabbisogno del “tempo pieno” non soddisfatto dalla scuola primaria statale>>, sembra esserci, in queste linee, la consapevolezza che il Ministro all’istruzione Gelmini va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella di dare risorse alla scuola. a parte questo, anche qui serve un chiarimento.
Quanto detto, significa che se la scuola non soddisfa la domanda di tempo pieno e offre corsi solo antimeridiani o a 30 ore, il comune organizza un proprio servizio pomeridiano, per coprire lo spazio vuoto della scuola al fine di andare incontro alle famiglie?    [l’analisi del fabbisogno relativa a questo anno scolastico ha evidenziato la necessità di una classe in più a tempo pieno rispetto all’anno precedente, classe che è stata costituita presso la Ongaro; quindi non dovrebbe esserci attualmente un fabbisogno maggiore di tempo pieno. Le iscrizioni del prossimo gennaio/febbraio indicheranno le esigenze 2010-11].
In mezzo al tema scolastico si parla, poi, di “baby parking” il pomeriggio del sabato (???). Anche qui, serve un chiarimento su che cosa si tratti. Io credevo che ai bambini si dovesse insegnare a stare bravi mentre i genitori entrano in un negozio e, anche, che si dovesse incentivare il rapporto dei genitori con i figli, specialmente il sabato…unico giorno di “libertà” della famiglia da impegni e doveri.

Secondo ciclo scolastico

In questi mesi, è apparsa abbastanza chiara la nostra posizione in merito alla situazione del Polo scolastico secondario e al percorso che si dovrebbe fare, per non perdere occasioni importanti, e si sa anche come ha proceduto questa amministrazione.
Però, visto che si cita la riforma Gelmini, vale la pena sottolineare che il Ministro ha dato il via libera alla riforma delle scuole superiori e ciò è avvenuto invertendo l’iter di approvazione delle riforme. Infatti, il ministro ha saltato il primo passaggio del confronto con la conferenza Stato-Regioni, passando immediatamente alle commissioni parlamentari.
Comunque, tornando a quanto già detto in questi mesi, siamo consapevoli che la riforma delle superiori non è materia comunale, ma a rilevare è il ruolo che invece appartiene all’amministrazione comunale, cioè quello di rapportarsi con le altre istituzioni. In particolare, con la Provincia. Oltre che per domandarle di <<risolvere le problematiche infrastrutturali degli istituti>>, anche, perché si faccia portavoce delle esigenze del nostro polo scolastico presso la Regione, e perché passi come atteggiamento quello di coinvolgere e di fare rete con il territorio e non solo di <<tenere conto delle esigenze dei territori limitrofi>>.
Il tema del territorio è fondamentale, soprattutto in tempi di riforme e di tagli, dove riceve chi è più capace di progettualità, ma soprattutto di una progettualità che coinvolga più comuni. Non si possono calare dall’alto le decisioni.

Ci fa molto piacere che si citi l’istruzione professionale.

 (pag. 20-21) Si parla di laboratori, come quelli teatrale e musicale, nonché e di favorire la divulgazione nelle scuole medie e superiori dell’attività delle realtà associative presenti sul territorio. Come sottolineato anche dal Tavolo sulla scuola istituito dall’Assessore Callegari, i progetti di laboratorio ci sono, tanto che le scuole stesse hanno chiesto che venissero confermati dalla attuale amministrazione, così come la presenza di attività divulgative della realtà di volontariato di Fidenza.
Non si parla, invece, della lotta alle dispersione scolastica [forse nelle linee sulle politiche giovanili è citata, ma poi nella parte sulla scuola non è sviluppato il concetto, né le modalità attuative?!?!]. ed è proprio dalla lotta alla dispersione scolastica che si devono prendere le mosse se si vuole davvero l’inercultura (integrazione) e se si vuole cominciare a risolvere il disagio giovanile.
Altro argomento di cui si parla poco è quello dell’integrazione della disabilità, che è un tema proprio inerente all’ambito scolastico educativo, di  potenziamento delle facoltà del ragazzo disabile e che, peraltro, è oggetto di una recente Legge Regionale, mentre se ne parla solo nel paragrafo dei Servizi Sociali.
Non si parla di diritto allo studio, della qualificazione scolastica, manca uno sguardo distrettuale con Salso, San Secondo e Busseto.

Cultura
(pag. 19-21)

Anche in relazione a questo argomento valgono le considerazioni fatte all’inizio. Le iniziative culturali previste da queste linee di mandato non sono in sé criticabili. La perplessità che continuiamo ad avere è sempre la stessa: una mancanza di progettazione concreta e riconoscibile, che si sviluppi, poi, in una serie ordinata di proposte.
Non è limpidissimo il ragionamento iniziale dove si afferma che: << La propria storia, la propria cultura e la propria lingua – che contribuiscono a formare l’identità e il senso di appartenenza alla comunità – sono motori di progresso nelle sfide della modernità e nel raffronto con le altre culture>>.
Invece, che debbano [la propria storia ecc ecc] <<essere considerate un bene da tutelare e da promuovere, anche con interventi di natura amministrativa e finanziaria. E che noi non consideriamo la cultura un costo, ma un investimento per lo sviluppo e la qualità della vita>>, queste sono parole che ci vedono più che concordi, anche perché vanno nella direzione opporta rispetto alle politiche attuate dal Governo nazionale.
Naturalmente, non siamo assolutamente d’accordo con l‘affermazione che si debba “voltare pagina”, visto che non necessariamente è la <<straordinarietà>> degli eventi che fa la qualità, bensì la cura con cui essi si realizzano. Altrimenti non si giustifica il richiamo alla “propria storia e alla propria cultura”, che, invece, sono una piccola goccia nell’oceano delle culture locali e popolari, ma la cui grandezza (straordinarietà) è data proprio dall’essere il frutto di piccole fatiche, di momenti quotidiani, che hanno costruito le culture locali nei secoli. E a tale proposito non si capisce nemmeno perché, una ventina di righe più in là, si parla di <<utilizzo di risorse locali>>.
Per evitare contraddizioni bastava sviluppare contenutisticamente tutti questi elementi, se ci fossero stati i volta pagina sarebbe emerso chiaramente e noi avremmo avuto un quadro più chiaro delle finalità.
Anche perché poi si parla di proseguire con la valorizzazione del Magnani.
Visto che non è specificato di cosa si tratti, attendiamo vedere quale sarà <<l’evento di portata nazionale>> per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, che cadrà proprio in occasione dell’analogo anniversario della inaugurazione del Teatro Magnani. Siamo disponibili a partecipare all’organizzazione dell’evento o degli eventi, altrimenti aspetteremo di vedere.
Con riguardo al tema del medioevo, ci teniamo a ricordare che la cittadinanza onoraria  a Jacques Le Goff è stata data nelle passate amministrazioni, quindi anche qui ci limitiamo ad attendere l’elaborazione del progetto culturale, perché di linee minimamente attuative non c’è traccia.
Sul tema della istituzione di una rassegna cinematografica, la linea tenuta dalla passata Amministrazione, con l’iniziativa del cinema d’estate confermano la nostra adesione ( anzi ne è precursore), così come per la presentazione di libri di livello nazionale. Salvo, poi, sempre capire di che cosa si stia parlando in termini concreti (?).

Sono uno slogan dietro l’altro.

Si legge, e questo fa piacere, che non vuole essere interrotto l’ottimo percorso fatto dal Teatro Magnani con la stagione di prosa, che ha dato prova di essere non solo “contenitore” di qualità, ma anche di sapersi migliorare costantemente e di mantenere una propria autonomia “culturale” ed economica.
Avremmo bisogno, poi, di maggiori chiarimenti sull’intenzione di istituire una compagnia stabile. Ad esempio, si tratterà di una compagnia locale o esterna? Sarà suo compito gestire la struttura del Magnani o ne usufruirà come chiunque altro?
Anche l’indirizzo relativo al Palazzo delle Orsoline ci trova d’accordo, visto il lavoro importante della passata amministrazione per portarlo a regime.
I dubbi maggiori riguardano, prima di tutto la costituzione di <<un comitato scientifico culturale composto da personalità>> <<col compito di supervisionare l’azione dell’assessorato e di formulare proposte>>. La funzione propositiva può trovarci d’accordo, solitamente è il compito di questo tipo di comitati. Però, non capiamo la funzione di controllo. Un organo non istituzionale, nel senso legislativo del termine, non può controllare l’assessore. È quest’ultimo che, in coerenza con le proprie scelte politiche (le linee di mandato, appunto!!!), supervisiona chi agisce sul territorio.
Appare evidente il tentativo di demandare il più possibile le scelte ad “altri”. “Altri” che la cittadinanza, peraltro, non ha eletto.
Per quanto riguarda l’inserimento nel Festival Verdi, (peraltro, se non mi sbaglio, citato solo tra parentesi all’inizio di pagina 20), l’iniziativa di per sé è buona e non è la prima volta che si propone. Nel 2008 (?) era già stato realizzato un tentativo d’entrata nel Festival Verdi, peraltro accompagnato da un’interrogazione dell’attuale vicesindaco S.Tanzi, penso perplesso della cosa.
Iniziativa che  si è interrotta nella convinzione che fosse meglio cercare una propria autonomia.
In materia di lirica e opera un bel percorso, di qualità e locale, direi “fidentino”, era già stato avviato dalla passata amministrazione, con l’invito di scuole anche straniere (vedi il progetto Flagstaff in Fidenza, dove per quasi un mese  30-40 persone, tra studenti e accompagnatori, studiano e  vivono a Fidenza) e con la presentazione di alcune opere (Rigoletto e trilogia shakespeariana di Verdi). Merita di essere ricordato che la convenzione triennale con la fondazione Marchetti era stata votata all’unanimità dal consiglio comunale (anche dalla Callegari).
Crediamo che l’entrata nel Festival Verdi, peraltro un’entrata “in punta di piedi” da 30.000 euro, vada valutata attentamente nelle sue ripercussioni. Cosa potrebbe costare entrarci di diritto? Sia in termini economici che contenutistici. Il dubbio che sorge riguarda il tempo e il denaro che saranno necessari perché si entri a tutti gli effetti a far parte del Festival Verdi. Sono tutte iniziative meritevoli, ma significherebbe ripartire da capo, quando si ha qualcosa che già marcia in un’ottima direzione.

Forse, anziché essere i cugini poveri di Parma, sarebbe meglio essere buoni vicini di casa con un proprio ingresso autonomo, magari collaborando con le Terre Verdiane, che non si chiameranno così per caso?!
Un’ultima domanda al Sindaco. Cosa pensa della situazione educativa e culturale di Fidenza? Grazie.

Martina Canella
mcanella@pdfidenza.it

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set 282009
 

Io sottoscritto Luigi Toscani consigliere del Gruppo PD,

premesso che

- da alcuni mesi si verificavano problemi alle fognature in via Ponte Nuovo;
- l’ostruzione era localizzata a livello dell’intersezione con via Ferrari;
- i lavori di ripristino sono iniziati in data 19-9-09 e proseguiti fino a domenica 20 con gravi disagi per la popolazione a causa della necessaria chiusura della strada al traffico veicolare;
- nell’articolo comparso il 17-09 sul giornale on-line del Comune, l’ostruzione era imputata “a un difetto strutturale di un tratto di fognatura al centro della sede stradale”;
- da un mio sopralluogo nel tardo pomeriggio di sabato 19 c.m., ho saputo dagli addetti ai lavori che il danno è stato provocato da un precedente intervento dell’ENEL e più precisamente dalla posa di una condotta elettrica con sistema teleguidato che ha forato la fognatura, sistema che già in altra occasione ha provocato danni alle nostre reti;
- ancora in data 22-09 la Gazzetta di Parma attribuiva l’ostruzione a “difetto strutturale”, probabilmente desumendo la “diagnosi” errata dallo stesso sito-web comunale;

interpello

l’assessore ai LL.PP. e l’assessore  responsabile del giornale on-line per sapere:
- se corrisponde al vero quanto io ho accertato;
- perché non è stata data corretta informazione ai cittadini, rettificando l’erronea interpretazione del danno alle fogne;
- come il Comune si tutela o si è tutelato per i danni provocati alle nostre reti o strade per interventi eseguiti da operatori esterni;
- se nel caso specifico di via Ponte Nuovo e nell’altro segnalatomi, siano stati presi provvedimenti nei confronti di ENEL spa in modo che i cittadini non paghino per colpe altrui;
- se non sia opportuno introdurre un sistema di cautele e cauzioni in modo che non venga risarcito solo il danno materiale provocato, ma anche le conseguenze indirette non immediatamente quantificabili.

Con richiesta di cortese risposta scritta.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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set 282009
 

I consiglieri del gruppo PD

Premesso

Che il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale all’art. 20 (Disciplina del pubblico) recita:
- comma 1: Nessuna persona estranea al consiglio o non addetta al suo servizio, eccettuati i funzionari autorizzati dal Presidente, può introdursi nella parte della sala ove siedono i consiglieri;
- comma 3 : Il pubblico che assiste alle sedute nello spazio a ciò destinato deve mantenere contegno corretto, stare in silenzio e astenersi da ogni segno di approvazione o disapprovazione;

considerato che

- il signor Giovanni Capece durante la seduta del C.C. del 09-07-2009 contravveniva all’art. 20 comma 1 del Regolamento sopracitato permanendo per l’intera durata del consiglio nell’area vietata al pubblico;
- lo stesso nuovamente contravveniva all’art. 20 comma 1 durante la seduta del C.C. del 30-07-2009 e veniva perciò allontanato dal Presidente;
- lo stesso contravveniva all’art. 20 comma 3 durante la seduta del C.C. del 16-09-2009, interloquendo pubblicamente con consiglieri e assessori, tanto da essere invocata mozione d’ordine da parte della minoranza;
- lo stesso è stato notato, prima dell’inizio della seduta delle ore 21 del 16-09, salire le scale che dall’atrio della sala consiglieri conducono al sottotetto ove sono allocati server e archivio storico del Comune, luogo vietato al pubblico;

Interpella

- Il Presidente del C.C. affinché sia rispettato il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale;
- il Sindaco affinché chiarisca sotto quale veste o in virtù di quali incarichi il signor G. Capece abbia libertà d’accesso a locali altrimenti interdetti al pubblico.

Con richiesta di cortese risposta scritta.

Gruppo Consiliare del Partito Democratico
segreteria@pdfidenza.it 

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set 282009
 

Io sottoscritto Luigi Toscani consigliere del gruppo PD,

premesso che

- è compito di tutti noi eletti rendere conto del nostro operato pubblicizzando i lavori consiliari per migliorare l’ informazione dei cittadini e consolidare il senso civico di appartenenza;
- è auspicabile rendere l’amministrazione pubblica il più trasparente possibile;

considerato

- che il programma elettorale della “lista Cantini” e del PDL recitava al punto “semplificazione e miglioramento dei servizi comunali, informatizzazione e accesso agli atti”: Partecipazione “vera” dei cittadini. Attraverso la diffusione in tempo reale via web dei consigli comunali;
- che tale indirizzo compare nelle linee programmatiche di mandato del Sindaco;
- che l’art. 18 del Regolamento per il funzionamento del C.C. prevede solo la registrazione con strumenti audio o video magnetici e non la diffusione dello svolgimento delle sedute in tempo reale;

Interpello le SS.VV.

affinché raccomandino la massima celerità alla commissione preposta onde elabori le necessarie modifiche regolamentari.

Con  richiesta di cortese risposta scritta.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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set 272009
 

Io sottoscritto Luigi Toscani, consigliere del gruppo PD,

premesso che

- la Banda “G. Baroni” , formata da una ventina di elementi, svolge da sempre a Fidenza opera meritoria durante le cerimonie pubbliche;
- la Scuola di musica, che della banda è linfa vitale, conta sei docenti compreso il Direttore della Banda oltre a una decina di allievi che iniziano il II° anno di frequenza;
- esiste l’annoso problema del reperimento di una sede consona alle attività proprie dell’associazione vista l’inadeguatezza dell’attuale allocazione;

interpella

l’assessore competente affinché riferisca al C.C. della situazione e delle possibili soluzioni al problema sollevato.

Con richiesta di cortese risposta scritta.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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set 212009
 

“Più code, più ritardi e più pericoli per tutti”.
Questo poteva essere lo slogan elettorale della coalizione di centro-destra che amministra ora Fidenza, anziché: “rotonde: complicate; traffico: in coda” e “modificare il Piano Urbano del Traffico per rendere più scorrevole la viabilità”, come leggevamo sui manifesti in campagna elettorale. In cento giorni l’unica decisione in proprio dei nostri amministratori è stata questa: aumentare la disponibilità di stalli per la sosta delle auto su entrambi i lati di via Gramsci, strada su cui insiste la più frequentata scuola di Fidenza, la Media Zani. Il risultato è stato di scontentare tutti i cittadini rendendo la via una temibile giungla d’asfalto con code interminabili, ritardi incalcolabili per i genitori che si recano poi al lavoro oltre che per i bambini in aula, e soprattutto seri pericoli per ciclisti e pedoni.
Un grande risultato, ottenuto col minimo sforzo: e la prima pagina è stata voltata!
Nessuna nostalgia del passato da parte nostra, peccato che per quei  pochi posti auto in più, di certo non decisivi, i cittadini abbiano perso quella sicurezza che finora era sempre stata garantita.
Ora tutte le mattine dall’inizio delle scuole, non si contano le code chilometriche, che partono dalla Zani e arrivano fino alla rotonda dell’Avis sulla via Emilia e in via Caduti di Cefalonia, e gli ingorghi inestricabili. Dulcis in fundo si è messa a repentaglio la sicurezza di chi  percorre via Gramsci in bicicletta o la attraversa. Non era meglio creare una semplice pista ciclopedonale favorendo una mobilità leggera e sostenibile? Constatiamo con rammarico che per la nuova giunta comunale tutto ciò che è privo di motore è considerato marginale, vedi anche il diniego opposto alla richiesta del PD di istituire nel cimitero una pista ciclabile, adducendo che il regolamento non la prevede. Summa lex, summa iniuria.

Partito Democratico di Fidenza
segreteria@pdfidenza.it

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