gen 142015
 
di-vittorio

Dopo la sentenza di fallimento della Di Vittorio il PD si è preso un momento di silenzio e riflessione, perché ci sono momenti nei quali tacere significa riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi e non abbandonarsi alla moda dell’esternazione fine a se stessa. Ora, sull’intera vicenda, offriamo alla pubblica riflessione cinque ragionamenti chiari ed operativi.

Prima di tutto, rispetto per la storia della cooperazione di abitazione e per la Di Vittorio: se sul territorio è stato garantito il diritto alla casa a centinaia di famiglie con meno protezioni sociali, si può solo parlare di conquiste. Conquiste garantite anche da istituti come il prestito sociale. La storia della Di Vittorio è fatta soprattutto di progetti che si sono ispirati ai valori sani della cooperazione che in certa parte sono analoghi a quelli del centrosinistra. Chiedete ad uno dei 900 circa che abitano in un alloggio di edilizia residenziale convenzionata. Quindi scrivere che la “cooperazione è un fenomeno degenerativo di come fare impresa […]” è offensivo e antistorico. Il tentativo dell’opposizione è chiaro: sfruttare la paura per fare cassa elettorale. Ci han provato anche in campagna elettorale, senza molto successo. Perché i fidentini sanno che la degenerazione post 2008 è una storia a se, ispirata a ben altre circostanze, lo dice la sentenza. Sostenere che il Pd sia coinvolto in questa fase è puro delirio e chi lo sostiene andando oltre l’opinione e facendo illazioni, lo ricordiamo, se ne assumerà la responsabilità.

Per questo scriviamo molto chiaramente che chi ha sbagliato deve pagare. Sono state pubblicate una relazione commissariale prima e una sentenza poi, che descrivono minuziosamente le azioni di una cooperativa che dopo il 2008 ha scelto di non correre ai ripari ma – anzi – di farsi gruppo, di far galoppare i debiti con formule apertamente descritte come “penalmente rilevanti”. Vedremo se si aprirà un processo. Possiamo solo dire che siamo e saremo sempre al fianco della Magistratura e delle sue azioni, chiedendo con tutti gli strumenti politici e di legge permessi che chiunque ha sbagliato sia chiamato a rispondere.

Quanto a noi stiamo lavorando sul futuro, che è il terreno culturale sul quale ci sentiamo più portati. Due sono i diritti da far valere: il diritto alla casa per tutti coloro che abitano negli alloggi della proprietà indivisa – già blindato dai Sindaci e confermato l’8 gennaio scorso dai due Curatori - e il diritto dei soci prestatori al rimborso (almeno parziale) del capitale investito. Al momento è l’aspetto su cui urge una soluzione soddisfacente e il Pd di Fidenza ritiene che la Regione Emilia-Romagna debba promuovere rapidamente un momento con tutto il mondo cooperativo per trovare una soluzione al problema. Ecco perché stiamo costruendo una serie di incontri con i consiglieri regionali eletti a Parma e altre iniziative di cui daremo di volta in volta notizia.

Per questo esprimiamo il nostro supporto totale all’iniziativa del Sindaco di Fidenza e di tutti gli altri sei Sindaci che, senza distinzioni di parte politica, stanno lavorando per promuovere legalità, trasparenza e tutele.

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