feb 282011
 
canella

Ha ragione chi ha proposto che il 13 marzo, giornata di mobilitazione in difesa della Costituzione, diventi anche quella a sostegno della scuola pubblica.
Le ultime, ma non ultime, affermazioni di Berlusconi contro la scuola pubblica, al pari di quelle contro la magistratura, non sono nient’altro che la prova delle sue intenzioni: scardinare il sistema democratico dalle sue fondamenta, per fare in modo che la sua “riforma” della Costituzione passi come cosa naturale, se non addirittura necessaria.
Quello che in sintesi ha detto è che la scuola pubblica non educa i ragazzi secondo i valori della famiglia.
Sarebbe allora scontato citare l’articolo 34 della Costituzione che recita: “La scuola è aperta a tutti”.
Merita di essere aggiunto anche l’art. 30, il qualeafferma che “è dovere e diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli…”.
Cha cosa dirà allora il Presidente del Consiglio a quei (tantissimi) genitori che non potendo permettersi di mandare i propri figli alla scuola privata violeranno il loro principale dovere costituzionale?
Non dirà loro nulla, perché ciò che vuole è di creare un’Italia a due livelli. Uno alto, chiamiamolo di serie A, di chi potrà far studiare i figli nelle scuole d’élite vedendoli così proiettati per “diritto di nascita” nel mondo delle alte cariche politiche ed economiche del Paese.
L’altra di serie B, quella che non deve permettersi di avere capacità critica e autonomia intellettuale per capire i danni che “certi” Governi producono sulla sua pelle. Perché in realtà è questo che lo spaventa, che le persone possano capire che il suo è il ritorno di un “regime”.

Martina Canella
mcanella@pdfidenza.it

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