apr 102018
 
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Il Partito Democratico ha promosso un atto che impedisce di concedere beni di tutti e pagati da tutti a predicatori di violenza, di morte, di odio tra cui fascismo, nazismo e totalitarismo.

La mozione, presentata dal capogruppo Gallicani è passata coi soli voti della maggioranza, con l’opposizione tutta (che si era già segnalata per essersi detta amica di Forza Nuova e Casapound) che dopo una serie di (auto)difese da azzeccagarbugli, è uscita dall’aula e adesso si sta impegnando nella solita opera di mistificazione sui social, che dobbiamo combattere con la verità.
Qui è allegata la mozione
Questa è la reazione della consigliera Gambarini 20180325gazzettaparma_37
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mar 172016
 
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“La Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”. E’ la frase celebre di Sandro Pertini, che tutti avrete letto nell’invito a questa cerimonia.

Sandro Pertini: il più amato dei Presidenti della Repubblica perché prima di tutti e più di tutti ha dato la vita intera a due grandi impegni:
1) coinvolgere i ragazzi e le ragazze, portare la passione dei giovani dentro la vita pubblica e politica, perché senza di loro la politica diventa potere e calcolo
2) Costruire la Res Pubblica – la cosa di tutti, letteralmente – giorno dopo giorno, lottando contro i suoi nemici mortali

Impegni di Pertini e di una generazione straordinaria che ha fatto del suo sacrificio la pietra d’angolo su cui si poggia la nostra Casa Italia.

Una generazione cui appartengono padri del pensiero democratico come Altiero Spinelli, cui sono onorato di aver appena dedicato una delle più importanti vie di Fidenza.

I due messaggi di quella generazione li dobbiamo tenere ben stretti e vicini al cuore, non solo per il rispetto sacrosanto verso coloro che – qui alle Carzole come in tutt’Italia – si sono fatti ammazzare pur di non rinnegare la loro voglia di libertà.

Non basta dire qui o sui social network #ionondimentico e poi tornarcene comodamente a casa.
Non basta applaudire al corteo che fra qualche giorno attraverserà, per il 25 aprile, il centro di Fidenza.

No, non basta.
Avere conquistato la libertà non significa essere liberi e al sicuro per sempre.

La battaglia dei ragazzi delle Carzole e di via Baracca, è ancora oggi la nostra battaglia.
Una battaglia che ha cambiato strumenti, ha cambiato avversari ma che resta l’impegno di gran lunga più straordinario che chiunque ami la sua Comunità può pensare di portare avanti.
Contro:

● le mafie e l’illegalità, il grande male d’Italia
● contro l’impoverimento culturale che significa analfabetismo di ritorno, pressapochismo, trionfo dei nuovi credo nazifascisti campioni di quell’egoismo cieco che mette sempre l’IO davanti al NOI
● contro un modo di intendere l’impegno per la Comunità come qualcosa da lasciare ad altri, che non ci tocca da vicino.
● contro un modo di intendere la politica come l’esercizio di potere di un capo da solo al comando

Ci scopriremo DAVVERO resistenti quando:

● riporteremo le migliaia di ragazzi che oggi abbandonano la scuola a trovare nello studio il loro mezzo per il riscatto sociale
● quando suonare al campanello del vicino per chiedergli il voto non sarà più motivo di vergogna ma di confronto e dialogo
● quando dietro un piccolo gesto di resistenza civile – anche il più banale, come saper pretendere una ricevuta fiscale – troveremo il senso del rispetto per i diritti di tutti

Confronto e dialogo, questa è la forza della nuova Resistenza.
Lo dico da Sindaco di una Città che ha scritto nella sua storia millenaria queste virtù, scolpite in quel piccolo pellegrino sul Duomo che ha visto Borgo San Donnino superare tragedie enormi e sempre saper ripartire.

Abbiamo avuto la guerra in casa, i bombardamenti, le vittime degli assassini nazifascisti ma soprattutto abbiamo avuto il coraggio della Liberazione che ci ha guidati nel cambiamento e nella sapienza di ricostruire.
Sempre col confronto e col dialogo, senza mai svendere valori e senza mai cedere alle furbizie e alle scorciatoie.

Siamo Fidenza, andiamone orgogliosi e continuiamo a lavorare sodo. Insieme. Sempre con un grazie dal profondo dell’anima per i ragazzi che oggi ci hanno permesso di essere qui.

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Fidenza celebra il Giorno della Memoria con un consiglio comunale straordinario convocato mercoledì 27 gennaio alle ore 18.00 al Ridotto del Teatro Magnani.

Al saluto del Presidente del Consiglio comunale, Amedeo Tosi, seguiranno la lettura di brani da parte degli studenti del Liceo classico “D’Annunzio” di Fidenza e l’intervento del Dott. Giorgio Yehuda Giavarini, Presidente della Comunità Ebraica di Parma.

Dopo un intramezzo musicale, prenderanno la parola i consiglieri comunali.

Concluderà la seduta l’intervento del Sindaco Andrea Massari

apr 272015
 
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Il discorso di Andrea Massari per il 70esimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi fascismo.

Desidero abbracciare di cuore tutte le Associazioni Partigiane, Combattentistiche e i partigiani che oggi sono con noi in questa piazza che è, prima di tutto, la loro piazza. Perché loro 70 anni fa ce l’hanno regalata. Di nuovo in festa, di nuovo splendente, dopo più di 20 anni di paura, di lutti, di violenzeUn caloroso ringraziamento anche a Carlo Cantini, che è qui con noi per rappresentare Libera, l’associazione di Don Ciotti contro tutte le mafie, una delle realtà civili più impegnate sul grande fronte della Legalità.

Dicevo: 70 anni. Oggi sono esattamente trascorsi 70 anni da quando la violenza e la vergogna della dittatura sono state cacciate da Fidenza e dall’Italia. Un fatto enorme per la storia del nostro Paese, perché una generazione di ragazzi e ragazze, di persone comuni come oggi siamo noi fece la scelta più moderna e più difficile di sempre: spendersi, impegnarsi in prima persona fino al punto di mettersi davanti ai fucili di un nemico forte e sanguinario.

E lo fecero rischiando tutto, per riconquistare tutto quello che il fascismo ci aveva tolto: Libertà. Uguaglianza. Unità. Dignità. Qualcuno dice che la resistenza sia stata una scelta di coraggio. Io preferisco dire che è stata una scelta proprio di dignità. Bastava dire sì, bastava accettare il terrore e chinare il capo. Bastava ubbidire per salvare la pelle e le case, che tanto, prima o poi, i carri armati inglesi e americani sarebbero arrivati.

E invece no. A Fidenza come altrove la nostra gente si è ripresa l’Italia, dimostrando al mondo che la speranza può fare meglio delle pallottole e l’unità ci rende più forti di una cannonata. Ma questo non basta. Tutti insieme dobbiamo chiederci se l’Italia del 25 aprile 2015 è l’Italia che ci piace, se è il Paese libero e onesto che avevano immaginato i partigiani. Proviamo a chiederlo ai nostri ragazzi, a parlarne con le nostre famiglie. Proviamo a metterci in discussione perché quello di oggi non sia solo un bel corteo.

Se amiamo questa giornata, dobbiamo farlo senza paure perché la Resistenza non vivrà per sempre solo perché così scriviamo sui manifesti, ma vivrà se troveremo il modo di spiegarla a chi non c’era e di spiegare che non c’è nulla di più moderno, di più giovane e di più bello di un popolo che ama la sua libertà e che la sa difendere.

E’ vero: oggi siamo liberi. Possiamo dire quel che ci pare, studiare, informarci. Spostarci. Ma ci manca qualcosa. Qualcosa di enorme. Troppa parte della nostra Italia è inquinata dalle mafie, troppa gente ha paura di alzare la testa, troppa gente usa la scorciatoia della corruzione e degli affari sporchi per arrivare dove vuole. Troppi ragazzi non hanno un lavoro e se ce l’hanno è pagato poco e male. Vi prego di riflettere, guardiamoci intorno: abbiamo facebook, abbiamo internet, raggiungiamo in due ore le grandi città del mondo, ma nel 2015 dobbiamo ancora sconfiggere la mafia, ma è ritornato il mercato degli schiavi e bambini e famiglie annegano come mosche nel canale di Sicilia, ma siamo il paese dove 800 tra sindaci, assessori e consiglieri che non chinano la testa sono stati minacciati dai clan in un solo anno.

Ma siamo il Paese in cui un ragazzo su due non ha lavoro e si studia una vita per non avere certezze. Allora, oggi come 70 anni fa possiamo dire basta e cambiare. Ieri abbiamo combattuto fascisti e nazisti, abbiamo tolto bambini e famiglie dai campi di concentramento. Abbiamo scritto una Costituzione bellissima che protegge il diritto al lavoro. Oggi dobbiamo battere nemici che non sono in divisa ma che sappiamo come chiamare – mafiosi, corrotti, sfruttatori .

Siamo chiamati tutti ad un grandissimo impegno per un nuovo patto. Ognuno di noi può e deve fare qualche cosa. Nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano. Non è più il momento di stare alla finestra. Non è più il momento di criticare e non fare nulla. Passiamo dalle parole ai fatti concreti che ognuno di noi può fare. I Sindaci come i cittadini. Gli studenti come i magistrati che sono in prima linea. Chi lavora con onestà come le migliaia di Forze dell’Ordine che servono lo Stato tra mille difficoltà.

Tutti insieme dobbiamo dire basta ai vizi italiani del non vedo, non sento, non parlo, specie se di mezzo ci sono i nostri interessi. Tutti insieme dobbiamo dire basta a quella zona grigia che un attimo dopo un arresto eccellente fa finta di niente, finge di non conoscere chi ha patrocinato e fiancheggiato fino ad un attimo prima. Tutti insieme possiamo dire basta ai salari da fame per tanti e agli stipendi stellari per pochi. Possiamo dire basta, cari ragazzi, ai soprusi grandi piccoli.
Anche nelle vostre classi, nelle vostre scuole. Ognuno è chiamato a fare resistenza nei luoghi in cui viviamo.

Se questa è la nostra Resistenza, però, dobbiamo farla insieme. Insieme, ad esempio, ai Comuni come Fidenza e a tutti gli altri che sono entrati nel grande network dei Comuni antimafia di Avviso Pubblico. Insieme a chi vuole di più per i nostri ragazzi.

Insieme è poi una parola bellissima e che ci dice tanto: non possiamo pretendere che la nostra sicurezza, il nostro diritto a vivere onestamente siano affidati ad un piccolo gruppo di eroi. Le avanguardie, i pionieri sono importanti, ma non possiamo lasciarli soli. Ce lo dice proprio la nostra storia. Fidenza non ha lasciato soli i nostri partigiani, la gente di Fidenza non lascerà soli Don Ciotti e tutti i servitori dello Stato, tutti i cittadini che ad ogni livello non abbassano la testa, che non si arrendono. Così, con l’impegno di ognuno di noi possiamo cambiare il nostro paese e renderlo migliore.

Oggi che la Liberazione compie 70 anni, vi chiedo un piccolo gesto: lasciamo partire da questa piazza un applauso, un applauso sincero, che suoni come un GRAZIE a tutti i resistenti. A quelli di ieri che ci hanno insegnato tutto, a quelli di oggi.

Avanti tutta. L’Italia ci sta aspettando. W il 25 aprile, w la Repubblica!
Grazie!

 

apr 102015
 
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Il 25 aprile 1945 è stato determinante per il destino della nostra patria.

Costituisce, infatti, una tappa storica che ha segnato il passaggio da tempi caratterizzati dal totalitarismo e da conflitti armati a tempi contrassegnati dal confronto e dalla tolleranza. L’Antifascismo, la Resistenza e la Costituzione, sono gli elementi fondanti di questa evoluzione sociale e politica che deve essere sempre sollecitata e sostenuta. È necessario, infatti, che gli ideali della Resistenza non siano considerati come acquisiti e raggiunti, ma come valori virtuosi da perseguire con l’apporto di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale.

“IL 25 APRILE È FESTA”

PROGRAMMA (QUI IN PDF)

VENERDÌ 24 APRILE 2015
Ore 17.00 Piazza Garibaldi – Partenza di delegazioni per la deposizione di corone di alloro ai cippi
in ricordo ai Caduti della Resistenza e al Monumento ai Caduti a Cefalonia e Corfù

SABATO 25 APRILE 2015
Ore 10.00 Chiesa di San Pietro Apostolo – Celebrazione della S. Messa

Ore 10.45 Piazza Gioberti – Formazione corteo con accompagnamento della Banda “Città di Fidenza”.
Deposizione di corone di alloro al Monumento ai Caduti, al Monumento al Partigiano e al
Monumento ai Carristi

Ore 11.45 Piazza Garibaldi – Saluto del Sindaco Andrea Massari. Interventi del Segretario della Sezione
A.N.P.I. di Fidenza Cristiano Squarza e del referente provinciale dell’associazione “Libera”
Carlo Cantini.

IL SINDACO , Andrea Massari