mag 022015
 
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La relazione del Sindaco Massari sarà presto online. Questa è (più o meno, in Consiglio si va sempre un po’ a braccio) la dichiarazione di voto del Gruppo Pd, scritta da Marco Gallicani

Il bilancio consuntivo di un Comune è un atto complesso e complicato. Renderlo semplice nella lettura, al punto da poterne discutere tra persone non addette ai lavori consiliari è compito arduo, e senza dubbio non aiuta l’occasione sprecata ierisera in Consiglio (sul sito ci sono i video) dove il solito muro contro muro ha messo in luce solo la confusione che regna in alcune teste e la (in)capacità di altri di interpretare testi precotti altrove.

Gettare in mezzo all’aula cifre inverifcate a sostegno di tesi come minimo discutibili (tipo: “[...] avete trovato un comune in ottimo stato e lo avete rovinato in 6 mesi, creando un clima di terrore utile solo ad alzare le tasse per ottenere un tesoretto che spenderete chissà dove.” ) serve solo a rendere le stesse inverificabili. E le sintesi sui social sono forse peggio, per grafia e contenuti, accusatori e (spesso) diffamatori. Nessuno ha intenzione di denunciare nessuno (#statesereni), ma dopo un po’ è normale che uno ne abbia le tasche piene. Perchè farà ben parte del gioco, ma a questo gioco faccio una gran fatica ad abituarmi.

Ascolterete poi quando avrete un attimo la seduta del Consiglio (armatevi di santa pazienza perchè la sola relazione del sindaco sarà una 50ina di pagine) e vi accorgerete che al netto del suddetto dialogo tra sordi ci son poche cose che possono essere raccontate con lucidità. Provo ad elencarle:

1- il bilancio consuntivo riporta tutte le entrate effettivamente incassate dall’ente comunale e tutte le spese da esso sostenute. Significa che è una foto di quel che è accaduto. Nel caso di questa maggioranza è la seconda foto, quella di un anno che ha visto tre diverse gestioni: quella della Giunta Cantini, quella del Commissario e la nostra con il Sindaco Massari. Non è ancora il bilancio che abbiamo promesso ai cittadini con le amministrative della primavera scorsa, ma ce n’è già un pezzetto. Ma alla foto che approviamo stasera andrà poi aggiunta quella del Bilancio Sociale che ha struttura e linguaggio molto più vicini alla vita di tutti i giorni e che completerà il quadro della rendicontazione, attività cardine di quest’amministrazione che s’impegna a rendere conto alla comunità del corretto utilizzo delle risorse a disposizione del Comune. Secondo quel principio di trasparenza a cui abbiamo fatto ampi riferimenti proprio in campagna elettorale.  E sul bilancio sociale abbiamo già detto che ci impegneremo per un‘operazione di comunicazione capace di generare inclusione, senso di comunità;

2 - le tre parti (la competenza - le entrate accertate e le spese impegnate riferite al 2014 - la cassa – quello che è effettivamente accaduto nel 2014 - e i residui - i crediti e i debiti generati negli anni) servono ad ottenere quello che tecnicamente si chiama avanzo (sui socialini loro lo chiamano utile, ma è perchè non ci capiscono moltissimo). E’ il principale indicatore circa il positivo andamento dell’ente comunale è l’avanzo di amministrazione, lo ha detto anche il presidente Squitieri in Corte dei Conti. Nel 2014 si è registrato un avanzo di amministrazione di 2.469.266,26 €. Se leggete tutto il documento (a noi tocca farlo) vedrete che sono soldi divisibili in due gruppi principali:
- i fondi INDISPONIBILI (come il fondo vincolato per rimborso anticipazione di liquidità, per 1.361.114,41 o il fondo svalutazione crediti 755.284,07, o il fondo vincolato per passività potenziali 15.000 o il fondo vincolato per bollo virtuale 7.107, che ci sono ma non possono essere toccati.
- i fondi DISPONIBILI per temi o progetti già definiti (come i 126.945, 32 € del fondo vincolato per trasferimento di fondo sociale locale, o il fondo vincolato per trasferimenti in conto capitale e i quelli non vincolati a qualche destinazione, che sono i 23.815,46 € del fondo per mutui e BOC;
quindi, a fronte di circa due milioni e mezzo di avanzo nominale a bilancio, l’avanzo realmente utilizzabile è costituito da circa 290mila € di fondi disponibili su progetti e temi definiti (antisismico, piano sosta), e da circa 24mila € di fondi disponibili non ancora destinati. L’avanzo del 2013 – per avere un confronto – è stato di 2.028.526,21, di cui disponibili circa 29mila €;

3 - dal lavoro fatto dagli uffici - molto utile sia per ragioni tecniche immediate (per esempio perché per un riscontro oggettivo dell’attività a consuntivo è importante che i residui attivi e passivi siano calcolati correttamente e cioè che siano iscritti a bilancio solamente quei residui che effettivamente e realisticamente si prevede di trasformare in entrate o uscite monetarie nel corso del periodo successivo) sia perchè stiamo andando verso la nuova contabilità armonizzata, più vincolante e più simile a quella dei privati, e la transazione rispetto al modello seguito sino ad oggi non è per niente banale – si deduce che sono aumentate le effettive riscossioni dei tributi, anche se c’è ancora da crescere in questa direzione, specie in termini di redistribuzione del carico fiscale secondo criteri di eguaglianza, e si sono cancellati debiti e crediti insussistenti o di dubbia esigibilità (pag. 24 e 25) che non avevano ragione di rimanere. E che la prevalenza di crediti inesigibili è stata coperta da opportuni accantonamenti. Non significa (è stato detto anche questo) che rinunciamo a chiedere i soldi a chi li deve dare, perchè i procedimenti continuano ad essere operativi, ma che non ci costruiamo bilanci farlocchi sopra. C’è chi lo fa;

4 - una delle voci più importanti - il costo del personale - è calato dai 184,23 euro per abitante nel 2013 a 171,51 euro del 2014, e la tendenza è destinata a rafforzarsi nel 2015 per le scelte fatte nei 6 mesi in cui abbiamo governato; si è registrato in valore assoluto un calo di spesa per il personale di circa 210mila euro ( – 4,35%);

5 - nel 2014 il Comune non ha contratto nessun mutuo, determinando una riduzione del debito per mutui e prestiti di ben 2,5 milioni di euro; le anticipazioni di liquidità sono state usate con molta parsimonia nel 2014 (soltanto mezzo milione circa, a fronte di oltre 2 milioni degli anni precedenti e di un tetto di circa 7 milioni di euro di cui parla il Tuel); in generale sono molto importanti per garantire un flusso corretto e continuo di pagamenti da parte dell’Ente, ma nel 2014 si è riusciti a garantire tutti i pagamenti tenendo molto basso questo indicatore, a riprova della validità del lavoro svolto dagli uffici e della correttezza delle scelte politiche effettuate; il costo finanziario delle anticipazioni è stato di soli 2500 euro circa per tutto il 2014;

Per questo abbiamo votato positivamente, perchè l’assetto complessivo del bilancio è stato consolidato (potato, ripulito, messo a fuoco) e presenta molti lati positivi, pur a fronte di una stagione molto complessa nei rapporti con lo Stato centrale. Che non è automaticamente (o acriticamente) amico nostro solo perchè governato (anche) dal Pd. Parrà forte come espressione, ma molti commentatori concordano nel definire i continui tagli e le continue limitazioni all’autonomia finanziaria dei Comuni come un vero e proprio “percorso di fallimento comandato”. E anche da qui si può ben vedere come sia in atto un’azione di svuotamento nei confronti dei Comuni e della loro libertà di azione sul territorio. E l’applicazione delle nuove regole sul bilancio e sui pagamenti renderà le cose ancor più delicate per il 2015, quando invece avremo la possibilità di fare al 100% quello che avevamo promesso in campagna elettorale.

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apr 292015
 
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di Beppe Rota

Per l’assunzione di personale a tempo indeterminato la Legge di Stabilità 2015 prevede una riduzione dei costi relativi ai contratti mediante l’esenzione dei contributi Inps per i primi 3 anni.

Per la maggioranza delle imprese artigiane, favorevoli al job’s act, l’esonero dai versamenti dei contributi sposterà la convenienza verso il contratto a tempo indeterminato. La legge entrata in vigore il 7 Marzo ha determinato un balzo in avanti delle assunzioni per le piccole e medie imprese dell’8,5% rispetto al Marzo del 2014 (fonte Cna).

Io penso che la agevolazioni per le aziende non debbano passare solo per le assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato. Ad esempio per le imprese maggiormente colpite dalla recessione (costrizioni ed impiantistica) il job’s act da solo non sarà sufficiente a far ripartire la domanda di lavoro. Che è la vera questione.

Penso ad un Iva ridotta e ad un’aumento della detrazione fiscale per le ristrutturazioni di abitazioni civili. La richiesta di agevolare le aziende attraverso i meccanismi di tassazione locale poi rischia solo di dividere il mondo delle imprese in presunti buoni e presunti cattivi, non comprendendo come in realtà molte aziende artigiane non hanno la possibilità di assumere a tempo indeterminato anche se lo farebbero perchè fanno già tantissimo per rimanere a galla in questi ultimi anni di crisi economica.

apr 272015
 
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Il discorso di Andrea Massari per il 70esimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi fascismo.

Desidero abbracciare di cuore tutte le Associazioni Partigiane, Combattentistiche e i partigiani che oggi sono con noi in questa piazza che è, prima di tutto, la loro piazza. Perché loro 70 anni fa ce l’hanno regalata. Di nuovo in festa, di nuovo splendente, dopo più di 20 anni di paura, di lutti, di violenzeUn caloroso ringraziamento anche a Carlo Cantini, che è qui con noi per rappresentare Libera, l’associazione di Don Ciotti contro tutte le mafie, una delle realtà civili più impegnate sul grande fronte della Legalità.

Dicevo: 70 anni. Oggi sono esattamente trascorsi 70 anni da quando la violenza e la vergogna della dittatura sono state cacciate da Fidenza e dall’Italia. Un fatto enorme per la storia del nostro Paese, perché una generazione di ragazzi e ragazze, di persone comuni come oggi siamo noi fece la scelta più moderna e più difficile di sempre: spendersi, impegnarsi in prima persona fino al punto di mettersi davanti ai fucili di un nemico forte e sanguinario.

E lo fecero rischiando tutto, per riconquistare tutto quello che il fascismo ci aveva tolto: Libertà. Uguaglianza. Unità. Dignità. Qualcuno dice che la resistenza sia stata una scelta di coraggio. Io preferisco dire che è stata una scelta proprio di dignità. Bastava dire sì, bastava accettare il terrore e chinare il capo. Bastava ubbidire per salvare la pelle e le case, che tanto, prima o poi, i carri armati inglesi e americani sarebbero arrivati.

E invece no. A Fidenza come altrove la nostra gente si è ripresa l’Italia, dimostrando al mondo che la speranza può fare meglio delle pallottole e l’unità ci rende più forti di una cannonata. Ma questo non basta. Tutti insieme dobbiamo chiederci se l’Italia del 25 aprile 2015 è l’Italia che ci piace, se è il Paese libero e onesto che avevano immaginato i partigiani. Proviamo a chiederlo ai nostri ragazzi, a parlarne con le nostre famiglie. Proviamo a metterci in discussione perché quello di oggi non sia solo un bel corteo.

Se amiamo questa giornata, dobbiamo farlo senza paure perché la Resistenza non vivrà per sempre solo perché così scriviamo sui manifesti, ma vivrà se troveremo il modo di spiegarla a chi non c’era e di spiegare che non c’è nulla di più moderno, di più giovane e di più bello di un popolo che ama la sua libertà e che la sa difendere.

E’ vero: oggi siamo liberi. Possiamo dire quel che ci pare, studiare, informarci. Spostarci. Ma ci manca qualcosa. Qualcosa di enorme. Troppa parte della nostra Italia è inquinata dalle mafie, troppa gente ha paura di alzare la testa, troppa gente usa la scorciatoia della corruzione e degli affari sporchi per arrivare dove vuole. Troppi ragazzi non hanno un lavoro e se ce l’hanno è pagato poco e male. Vi prego di riflettere, guardiamoci intorno: abbiamo facebook, abbiamo internet, raggiungiamo in due ore le grandi città del mondo, ma nel 2015 dobbiamo ancora sconfiggere la mafia, ma è ritornato il mercato degli schiavi e bambini e famiglie annegano come mosche nel canale di Sicilia, ma siamo il paese dove 800 tra sindaci, assessori e consiglieri che non chinano la testa sono stati minacciati dai clan in un solo anno.

Ma siamo il Paese in cui un ragazzo su due non ha lavoro e si studia una vita per non avere certezze. Allora, oggi come 70 anni fa possiamo dire basta e cambiare. Ieri abbiamo combattuto fascisti e nazisti, abbiamo tolto bambini e famiglie dai campi di concentramento. Abbiamo scritto una Costituzione bellissima che protegge il diritto al lavoro. Oggi dobbiamo battere nemici che non sono in divisa ma che sappiamo come chiamare – mafiosi, corrotti, sfruttatori .

Siamo chiamati tutti ad un grandissimo impegno per un nuovo patto. Ognuno di noi può e deve fare qualche cosa. Nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano. Non è più il momento di stare alla finestra. Non è più il momento di criticare e non fare nulla. Passiamo dalle parole ai fatti concreti che ognuno di noi può fare. I Sindaci come i cittadini. Gli studenti come i magistrati che sono in prima linea. Chi lavora con onestà come le migliaia di Forze dell’Ordine che servono lo Stato tra mille difficoltà.

Tutti insieme dobbiamo dire basta ai vizi italiani del non vedo, non sento, non parlo, specie se di mezzo ci sono i nostri interessi. Tutti insieme dobbiamo dire basta a quella zona grigia che un attimo dopo un arresto eccellente fa finta di niente, finge di non conoscere chi ha patrocinato e fiancheggiato fino ad un attimo prima. Tutti insieme possiamo dire basta ai salari da fame per tanti e agli stipendi stellari per pochi. Possiamo dire basta, cari ragazzi, ai soprusi grandi piccoli.
Anche nelle vostre classi, nelle vostre scuole. Ognuno è chiamato a fare resistenza nei luoghi in cui viviamo.

Se questa è la nostra Resistenza, però, dobbiamo farla insieme. Insieme, ad esempio, ai Comuni come Fidenza e a tutti gli altri che sono entrati nel grande network dei Comuni antimafia di Avviso Pubblico. Insieme a chi vuole di più per i nostri ragazzi.

Insieme è poi una parola bellissima e che ci dice tanto: non possiamo pretendere che la nostra sicurezza, il nostro diritto a vivere onestamente siano affidati ad un piccolo gruppo di eroi. Le avanguardie, i pionieri sono importanti, ma non possiamo lasciarli soli. Ce lo dice proprio la nostra storia. Fidenza non ha lasciato soli i nostri partigiani, la gente di Fidenza non lascerà soli Don Ciotti e tutti i servitori dello Stato, tutti i cittadini che ad ogni livello non abbassano la testa, che non si arrendono. Così, con l’impegno di ognuno di noi possiamo cambiare il nostro paese e renderlo migliore.

Oggi che la Liberazione compie 70 anni, vi chiedo un piccolo gesto: lasciamo partire da questa piazza un applauso, un applauso sincero, che suoni come un GRAZIE a tutti i resistenti. A quelli di ieri che ci hanno insegnato tutto, a quelli di oggi.

Avanti tutta. L’Italia ci sta aspettando. W il 25 aprile, w la Repubblica!
Grazie!

 

apr 132015
 
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Quando parliamo di partecipazione non parliamo di un’attività che è “accessoria” alle attività delle istituzioni, o in generale alla vita di una città. La partecipazione è una dimensione costitutiva delle istituzioni di una città. Il Consiglio comunale, le commissioni consiliari le giunte, sono tutti organismi utili alla partecipazione.

Il tema che dobbiamo affrontare oggi è il cambiamento che abbiamo vissuto in questi ultimi decenni nelle forme di rappresentanza. Noi oggi abbiamo delle istituzioni, dei partiti e più in generale dei “corpi intermedi” che si sono creati anche molto tempo fa per rispondere a bisogni che erano consolidati e legittimi, ma che oggi risultano poco aggiornati sulla complessità della vita contemporanea. Bisogni che continuano ad esistere e che non vanno negati, ma piuttosto fatti evolvere.

Il fatto è che in una società più complessa e più articolata come appare oggi quella in cui viviamo ci sono bisogni ed esigenze che non trovano rappresentanza nei corpi intermedi classici, tante cose che vorremmo per l’ambiente, per l’economia, per il nostro vivere insieme. Il tema è quindi legato alla dimensione istituzionale, ma non solo.

E’ politico nel senso più alto del termine perchè riguarda anche la capacità di pensarsi, rielaborare temi e poi di auto-organizzarsi dei cittadini, in forme che poi possano essere riconosciute e aiutate.

Tutto ciò richiede un cambiamento non solo negli atteggiamenti dei cittadini, ma anche delle forme della politica, di come si fa la politica, ma anche dei ruoli tecnici interni ed esterni all’amministrazione. Il materiale tecnico che la politica usa per organizzare la vota dei cittadini deve essere reso disponibile nelle forme più aggiornate perchè i cittadini li possano intelligere e quindi usare.

Altri pezzi dell’intervista ai link presenti sulla piattaforma per lo streaming raggiungibile cliccando qui

apr 102015
 
Immagine 25 aprile

Il 25 aprile 1945 è stato determinante per il destino della nostra patria.

Costituisce, infatti, una tappa storica che ha segnato il passaggio da tempi caratterizzati dal totalitarismo e da conflitti armati a tempi contrassegnati dal confronto e dalla tolleranza. L’Antifascismo, la Resistenza e la Costituzione, sono gli elementi fondanti di questa evoluzione sociale e politica che deve essere sempre sollecitata e sostenuta. È necessario, infatti, che gli ideali della Resistenza non siano considerati come acquisiti e raggiunti, ma come valori virtuosi da perseguire con l’apporto di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale.

“IL 25 APRILE È FESTA”

PROGRAMMA (QUI IN PDF)

VENERDÌ 24 APRILE 2015
Ore 17.00 Piazza Garibaldi – Partenza di delegazioni per la deposizione di corone di alloro ai cippi
in ricordo ai Caduti della Resistenza e al Monumento ai Caduti a Cefalonia e Corfù

SABATO 25 APRILE 2015
Ore 10.00 Chiesa di San Pietro Apostolo – Celebrazione della S. Messa

Ore 10.45 Piazza Gioberti – Formazione corteo con accompagnamento della Banda “Città di Fidenza”.
Deposizione di corone di alloro al Monumento ai Caduti, al Monumento al Partigiano e al
Monumento ai Carristi

Ore 11.45 Piazza Garibaldi – Saluto del Sindaco Andrea Massari. Interventi del Segretario della Sezione
A.N.P.I. di Fidenza Cristiano Squarza e del referente provinciale dell’associazione “Libera”
Carlo Cantini.

IL SINDACO , Andrea Massari

apr 092015
 
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Paolo Calvano sta per essere eletto nuovo segretario regionale del PD Emilia Romagna.

Alleghiamo il documento con il quale si presenta agli elettori del partito e una brevissima biografia che lo descrive.

Vale la pena leggerne l’incipit per capire quale sia l’approccio:
“Stupiteci, incantateci, mostrateci che l’aridità in cui può essere sprofondata la politica può trovare una soluzione positiva. Fate tornare la passione a chi pare averla smarrita, la voglia d’intraprendere battaglie solo perchè ritenute giuste, degne di essere sostenute e non perchè sono l’indispensabile necessità per garantirsi una rendita” (Mauro Cavallini)

 

apr 022015
 
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Al netto dei tecnicismi che allietano le serate a noi Consiglieri vi riportiamo il testo votato per razionalizzare le partecipate  dirette ed indirette secondo quanto chiesto dalla Legge 23 dicembre 2014, n. 190, che impone di razionalizzare le società partecipate con un crono- programma terminato il 31 marzo 2015.

I criteri da seguire erano:
1. eliminazione delle società non indispensabili;
2. soppressione  delle  società  che  risultino  composte  da  soli  amministratori;
3. eliminazione dei doppioni;
4. aggregazione di società di servizi pubblici locali per favorire le economie di scala;
5. riduzione dei costi di funzionamento di quelle che vengono mantenute;

Prima della delibera il comune aveva partecipazioni in:
1. San Donnino Multiservizi s.r.l. a socio unico Comune di Fidenza
2. Emiliambiente s.p.a.
3. ASCAA s.p.a.
4. Forma Futuro soc. cons. a r.l.
5. CE.P.I.M. s.pa.
6. SO.PR.I.P. s.pa.
7. ParmAbitare – società consortile a r.l.
8. Lepida s.p.a.
9. Parma Turismi s.r.l.
10. Banca Popolare Etica s.c.a.r.l.
indirettamente in :  11. Fidenza Sport. s.r.l. - 12. s.s.d. San Donnino Sport a r.l. - 13. Comeser srl

Dopo l’approvazione in Consiglio il Comune ha deciso di mantenere:

1. San Donnino multiservizi, di cui siamo soci unici, che organizza e promuove  la gestione diretta e/o indiretta dei servizi di interesse generale delegabili. Sono i servizi ambientali e di igiene urbana, il settore energetico e i servizi a rete (gas, cogenerazione, pubbliche affissioni, “portierato” del palazzo municipale e del palazzo “sen. A.Porcellini”, il piano di gestione della sosta, la gestione dei servizi comunali di biblioteca e mediateca). Molte di queste attività verranno comunque razionalizzate.
2. Emiliambiente, che gestisce la rete idrica in tutte le sue forme, bianca e nera (pulita e di residuo).
3. Formafuturoaccreditata presso la Regione Emilia-Romagna per la gestione dei corsi di formazione finanziati.
4. Lepida, la società regionale che gestisce ed implementa le reti a fibra ottica.
5. 
 Banca Etica, società cooperativa per azioni costituita nel 1995 che raccoglie gestisce ed impiega il denaro dei risparmiatori secondo i criteri della finanza etica.

Ci liberiamo invece, nei tempi che il mercato permette perchè per vendere ci vuole qualcuno che comperi, di:

1. Ascaa, che è in liquidazione
2. Cepim, l’interporto
3. Soprip, che sta chiudendo
4. Parmabitare, non ci serve più
5. Parma turismi

Il Comune è poi socio o membro di diritto di altre società che però non hanno natura commerciale e quindi non sono coinvolte in questo elenco. Presto pubblicheremo anche quell’elenco, lo abbiamo chiesto agli uffici.

mar 252015
 
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di Giancarlo Castellani

Fidenza aderisce a “L’ora della Terra 2015”: la grande mobilitazione mondiale del WWF contro i cambiamenti climatici, che si attua con lo spegnimento simbolico delle luci dei monumenti e delle sedi istituzionali. Il Comune di Fidenza, da sempre attento ai temi ambientali, conferma così il suo impegno nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione di un’educazione sostenibile.

L’appuntamento è per sabato 28 marzo alle ore 20.30 quando l’illuminazione pubblica di piazza Garibaldi, piazza Verdi e piazza Matteotti si spegnerà per un’ora. Piazza Garibaldi si animerà già dalle ore 17.00 con uno stand del WWF che darà vita a iniziative di sensibilizzazione e informazione.

Fidenza vuole mandare un messaggio forte sul tema del risparmio energetico, della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili. Vogliamo che l’educazione sostenibile sia sempre al centro dell’attenzione, dando quella continuità che favorisce una cultura del rispetto ambientale e porta i cittadini ad adottare comportamenti virtuosi.

E’ un’iniziativa nata nel 2007 in Australia e divenuta poi mondiale. Lo spegnimento delle luci di luoghi o palazzi simbolo delle città è un segno di sensibilità e attenzione al problema dei cambiamenti climatici: un fenomeno preoccupante in rapida evoluzione. Per fronteggiarlo dobbiamo impegnarci tutti, partendo dal risparmio energetico e dall’ottimizzazione dei consumi”, ha sottolineato il presidente di WWF Parma, Rolando Cervi.

Protagonisti dell’evento, insieme al Comune e al WWF, saranno gli studenti dell’Itis “Berenini”, che collabora con il WWF di Parma in modo strutturato: “L’itis Berenini ha una lunga tradizione di educazione sostenibile che si concretizza anche con due borse di studio che premieranno due progetti in tema di risparmio energetico, una finanziata dal WWF e l’altra da Azienda Sistema Energia. Il WWF collabora con noi anche in alcune iniziative didattiche che mirano a coinvolgere e sensibilizzare i ragazzi su questi temi”, ha detto il dirigente dell’Itis “Berenini”, Rita Montesissa.

mar 202015
 
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di Franco Amigoni

“Smart City” è un marchio che ha indubbiamente avuto negli ultimi anni un grande successo. E’ parso a molti che fosse sufficiente utilizzare quel marchio per accedere quasi magicamente alla città futura, a base di tecnologie straordinarie e di soluzioni per tutti. Naturalmente non è così, e il rischio che si è corso è stato quello di delegare nelle capienti mani delle multinazionali della tecnologia gli investimenti urbani.

Al contrario, le tecnologie devono essere soltanto uno strumento per un fine ben più grande, che può essere scisso in tre concetti: inclusione sociale, sostenibilità, sviluppo economico. Sempre di più occorre partire dai cittadini per utilizzare, anche grazie alla tecnologia, l’intelligenza collettiva di un luogo.

A Modena, per esempio, hanno creato un panel di oltre 5mila cittadini, che vengono ascoltati con regolarità su tutti i temi strategici. In molti altri luoghi è rinata negli ultimi anni, con metodologie e strumenti più moderni ed avanzati, quella progettazione partecipata che aveva visto gli albori in Italia negli anni settanta con Renzo Piano e altri. Smussati gli spigoli, con un approccio fortemente multidisciplinare, progettare in modo partecipativo è sempre più un caposaldo dell’azione amministrativa.

Ecco perchè a brevissimo partirà anche a Fidenza un programma dal gruppo consigliare PD fortemente voluto, anche in vista del POC e di altri importanti momenti di scelta per il bene comune, di formazione alla progettazione partecipata, con antropologi, sociologi, architetti, esperti di comunicazione, facilitatori.

Per alcune date che verranno molto presto comunicate amministratori, funzionari comunali, dirigenti, associazioni e cittadini impareranno (o perfezioneranno) gli strumenti per rendere il futuro un posto migliore insieme.

E’ uno dei primi passi, molti altri seguiranno. Il futuro è dietro l’angolo.

mar 172015
 
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154esimo Unità d’Italia, il messaggio del sindaco Massari

Un’Italia che deve ripartire. Un’Italia che può ripartire, soprattutto. Ripartire mettendo tutte le risorse possibili per affermare una comunità moderna, capace di togliere la testa dalla sabbia e di affrontare uno ad uno tutti i suoi problemi cronici. Gli arresti delle ultime ore sono, ancora una volta, lì a confermarlo.

Senza sconfiggere corruzione, illegalità, mafia non andremo da nessuna parte e bisogna che prima o poi cominciamo a dircelo con chiarezza. Far ripartire l’Italia non è solo una questione di Pil o di ripresa economica. Intendiamoci: tagliare la disoccupazione, mettere in condizione le nostre imprese di riprendere a correre, sono priorità vitali.

Ma il Paese serio e moderno che ho in mente – lo ripeto: moderno – sa che non ci sarà misura economica efficace senza aver risolto a monte tutta la sovrastruttura criminale e di scarsa moralità che fino ad oggi ha frenato ogni riforma degna di questo nome, indipendentemente dal colore del Governo che l’ha mandata avanti.

Nelle strade ci servono poliziotti, nelle scuole ci servono docenti premiati per la loro passione civile e non mortificati dal precariato a vita. Nelle case ci servono cittadini con diritti veri da spendere e non giovani ricattabili col contratto precario e privati del diritto a mettersi in piedi una famiglia.

Nella società ci servono più donne: trovo immorale che si dica loro che è più semplice congelare gli ovociti invece che realizzare un Paese in cui si può essere madri e lavoratrici, senza la costrizione umiliante del dover scegliere.

Nei palazzi delle Istituzioni ci serve onestà e meno pressapochismo di quello che riempie le pagine dei giornali, con cronache in cui chi deve vigilare sul comportamento dell’esecutivo – nazionale o locale che sia – tifa, invece, per il fallimento e non per per la ripartenza.

Allora, teniamocelo bene a mente che disonesti e fanfaroni, molto spesso, passano dal voto popolare.

Questo per dire che la scorciatoia del “sono tutti uguali” può essere molto comoda per mondarci la coscienza, ma non sposta di una virgola il problema di un’Italia che è ancora tutta da fare e nella quale i successi e i guai sono un patrimonio collettivo, costruiti con l’impegno di tutti o, per contro, con il menefreghismo generale.

Qualcuno scomoda concetti “alti” come un nuovo “patto di cittadinanza”, qualcuno vola più terra terra e si aspetta, semplicemente, che le Riforme siano pagate col contributo e la cura dimagrante di tutti quegli enti inutili che non hanno ancora dato alla causa.

In questo progetto per la nuova Italia, mettiamo, quindi, un bel punto fermo: 8.000 Comuni sono troppi, gestiamo con più velocità le fusioni e le unioni, ma mettiamoci in testa che dai Comuni passano servizi, opportunità, crescita. Dai Comuni e dalla loro possibilità di investire dipende tanta parte del nostro futuro.

Rimbocchiamoci le maniche e andiamo avanti a capo chino.

In questo 154 anniversario dell’Unità è il regalo più bello che possiamo farci e che possiamo fare all’Italia.